È ufficiale: il Brescia è retrocesso in Serie C. Lo ha stabilito il Tribunale Federale Nazionale della FIGC, che ha inflitto otto punti di penalizzazione per violazioni amministrative, quattro dei quali da scontare nella stagione in corso, mentre gli altri saranno applicati a partire dalla stagione 2025/2026. Contestualmente, sono stati disposti sei mesi di inibizione per il presidente Massimo Cellino e per il consigliere delegato Edoardo Cellino.

La sanzione, arrivata al termine del processo sportivo di primo grado, è conseguenza del deferimento del club lombardo per aver utilizzato crediti d’imposta inesistenti per il pagamento di IRPEF e INPS alle scadenze di febbraio e aprile. I crediti erano stati acquistati da un’unica agenzia, il Gruppo Alfieri, ma una verifica dell’Agenzia delle Entrate – su segnalazione della Covisoc – ha accertato la non esistenza di tali crediti fiscali, configurando una violazione amministrativa grave.

Durante il procedimento, la Procura federale ha ascoltato il club, che ha prodotto una memoria difensiva sostenendo la tesi di essere vittima di una truffa. Nonostante ciò, la Procura ha optato per il deferimento del Brescia, portando il caso al giudizio del Tribunale Federale, che ha emesso la penalizzazione con effetto immediato.

Il -4 inflitto nella stagione corrente cambia la geografia della Serie B, spingendo il Brescia al penultimo posto e determinando la sua retrocessione diretta in Serie C. La Sampdoria viene quindi salvata dalla retrocessione diretta, mentre la Salernitana dovrà affrontare i playout proprio contro i blucerchiati. Le gare sono state fissate per il 15 giugno e il 20 giugno. Salvo invece il Frosinone.

Il Brescia potrà ora ricorrere in appello presso la Corte Federale, con udienza prevista tra il 10 e il 12 giugno, ma l’effetto immediato della penalizzazione è già stato ufficializzato dalla Lega di Serie B, che ha ridefinito la composizione degli spareggi salvezza.