Alzi la mano chi ricorda un’intervista di Gianfranco Casarsa da ex grifone da decenni. Il compleanno numero 120 del Perugia ha regalato anche questa magia, la presenza sul campo del Curi e le parole, emozionate, del grande centrocampista che fece parte del Perugia più bello, che oggi ha 72 anni e che ha tra l’altro delle rivelazioni da fare.
Buonasera Gianfranco. Che emozione è? “Emozione bella, bellissima ma anche brutta pensando che da domani si ritorna alla normalità – esordisce con un sorriso amaro guardando spalti ed ex compagni in campo -, qui viviamo un momento meraviglioso, bellissimo con tutta questa gente ad incitarci e applaudirci. Tornare nella normalità significherà tornare nel grigiume della vecchiaia”.
Lei qui è una leggenda. Ha fatto parte della squadra dei miracoli. “Diciamo che ho fatto parte del compimento del miracolo, nei cinque anni del Perugia più bello, sono arrivato nel momento migliore e sono stato fortunato. Unico rammarico è che con noi non ci fosse anche Curi, il non avere potuto giocare con lui”.
Oggi il Perugia milita in C. “E’ un po’ stretta la cosa, anche stando vicini a Roma e Firenze, Perugia merita la serie A e meriterebbe qualcosa di più di quanto ha fatto nell’ultimo campionato. Ho visto due partite e non saprei come definirle, meglio allora che stia zitto…”.
Forse manca il senso di appartenenza che avevate voi. “Parlare adesso di quei valori.. scordatevelo. Ora un giocatore normale in Serie A prende due milioni di euro all’anno. Non è una cosa giusta”.
Suo figlio Nicolò vive a Perugia in pianta stabile. “E io il prossimo anno lo raggiungo, torno a vivere qua. Siccome ho una nipote che vedo poco, a casa a Udine non ho più niente da fare, allora vengo a dare una mano a mio figlio qua dove mi trovo meglio. Mi riconosceranno per strada? Non è quanto cerco. Diciamo piuttosto che vista l’età in fase discendente, cerco di farla diventare meno ripida”.
Che ricordi ha di quel rigore segnato sotto la Sud contro il Milan, di quell’1-1? Poteva finire diversamente. “Sì però non è stata una partita in supremazia nè da parte del Milan nè nostra, eravamo nemici ma anche se avessimo vinto quella, come dicono tutti, non avremmo comunque vinto il campionato. Secondo me noi il campionato lo abbiamo perso dal Verona in su. O in giù, come volete. Da quel momento lì ci doveva essere un gioco di squadra dei vecchi e dei nuovi che non ci fu. Eppure quanti di noi hanno poi avuto possibilità di vincere ancora? Forse il solo Bagni. Siamo mancati nel momento migliore”.