La Lucchese affonda. La crisi societaria che da settimane scuote il club toscano ha raggiunto un nuovo punto di rottura: il gruppo squadra ha firmato i documenti per l’istanza di fallimento. Un atto che è arrivato al termine dell’allenamento di giovedì e che conferma lo stato di profondo disagio vissuto all’interno dell’ambiente rossonero. La procedura legale sarà formalizzata dal sindaco revisore Varetti, che presenterà la documentazione alle autorità competenti.
Una decisione che era ormai nell’aria, maturata dopo l’ennesimo segnale negativo arrivato dalla proprietà. Il patron Mancini, già criticato per la gestione delle ultime settimane, ha infatti annullato la prevista conferenza stampa, alimentando ulteriore incertezza e delusione. Il mancato pagamento degli stipendi ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, inducendo squadra e staff tecnico a un gesto forte e simbolico, volto a tutelare i propri diritti.
Nonostante il momento drammatico, la Lucchese non si ferma. Salvo ulteriori imprevisti, la formazione sarà regolarmente in campo nella prossima sfida di campionato contro la Vis Pesaro. Un segnale di attaccamento alla maglia da parte di un gruppo che, pur senza garanzie economiche, continua a onorare gli impegni sportivi.
La situazione è emblematica di una crisi più ampia che colpisce molte realtà del calcio di terza serie, costrette a operare in condizioni economiche precarie e spesso soggette a gestioni societarie poco trasparenti. Il caso Lucchese rischia di diventare l’ennesimo capitolo di una lunga lista di società storiche ridotte al collasso per mancanza di programmazione e solidità finanziaria.