Ex Grifo, Baronio: “Gaucci non mi voleva in campo. Diceva che portavo sfortuna”

L'ex centrocampista biancorosso ha raccontato l'esperienza di Perugia, soffermandosi sulla scaramanzia di Luciano Gaucci

Durante il World Legends Padel Tour, che si è tenuto qualche giorno fa ad Amsterdam, Roberto Baronio, ex centrocampista di Lazio, Brescia, Reggina, Fiorentina, Chievo, Vicenza, Perugia e Udinese, ha rilasciato un’intervista a Cronache di Spogliatoio. Il classe 1977, che oggi fa l’allenatore, ha raccontato l’esperienza di Perugia, soffermandosi sul rapporto complicato con Gaucci. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni.

Gaucci, che in quegli anni era il presidente del Perugia, non mi voleva. Io ero alla Lazio, andai al Grifo in prestito dopo una trattativa lunga: a lui non piacevo, ma piacevo all’allenatore dell’epoca, Serse Cosmi, che spinse tantissimo per il mio acquisto. Il primo mese e mezzo ebbi un virus alle vie urinarie che mi debilitò parecchio. Mi allenavo a tratti, ma Cosmi, siccome credeva tanto in me, mi faceva giocare lo stesso, nonostante non fossi al top. Il presidente cominciò a chiedere all’allenatore di lasciarmi fuori squadra e Cosmi mi chiamò nel suo spogliatoio, mi disse: ‘Guarda, il presidente non vuole che giochi, sappi che non ti potrò far entrare perché non vuole. Fino a gennaio sicuramente devi stare qua, però sappi che questa è la situazione. O io mi comporto in questa maniera o vengo esonerato’.

Chiesi un colloquio col presidente. Non me l’ha mai concesso. Non ho praticamente più giocato. E poi è arrivata questa storia del numero di maglia. Dopo tanto tempo che non giocavo, entrai in una partita in casa, mi sembra contro la Juventus. Eravamo sullo 0-0. Entrai all’88’. Dopo 3 minuti fece gol Camoranesi. Perdemmo la partita e il presidente, che era scaramantico, venne nello spogliatoio incolpando Serse Cosmi dicendo che era colpa mia, perché indossavo il numero 13. Addirittura arrivò a chiedere alla lega la possibilità di mettere una ‘x’ tra l’1 e il 3. Un po’ come fece Zamorano. Glielo concessero. L’annata andò così. Giocai pochissimo, fu molto duro”.

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