La Lega Pro ha annunciato ufficialmente l’introduzione del salary cap per i club di Serie C. Sarà introdotto in via sperimentale già dalla prossima stagione, per diventare definitivo a partire dalla stagione 2026-2027. Tuttavia, i parametri specifici del nuovo regolamento non sono stati ancora rivelati, con la Lega Pro che ha comunicato l’intenzione di modellare il sistema in base alle best practices adottate in altri paesi europei, dove il salary cap ha mostrato risultati positivi.
Che cos’è il salary cap?
Il salary cap è un meccanismo che stabilisce un limite massimo alla spesa di un club di calcio per gli ingaggi dei propri giocatori. Tradotto in italiano come “tetto salariale”, questo sistema di controllo finanziario è concepito per regolare le uscite dei club, evitando che possano spendere somme eccessive per stipendi, a discapito della loro stabilità economica.
Il principale scopo del salary cap è garantire la sostenibilità finanziaria delle squadre, limitando i rischi di insolvenza e garantendo che i club non incorrano in problematiche legate a una gestione finanziaria scriteriata. In pratica, il salary cap fissa una cifra massima che ogni club può spendere per gli stipendi dei giocatori in una stagione, aiutando a prevenire problemi finanziari a lungo termine e a mantenere l’equilibrio competitivo all’interno delle leghe.
Non solo USA, in Liga è stato introdotto nel 2019
Il salary cap è stato introdotto in Liga a partire dalla stagione 2019/20 e non si limita solo agli stipendi dei calciatori, ma include una serie di voci che concorrono a determinare il limite massimo di spesa per ogni club. Questo limite viene stabilito ogni anno dal club stesso, che deve giustificare la propria proposta in base al budget disponibile. La proposta di spesa viene poi sottoposta all’Autorità di Convalida della Liga, che può accettarla o chiedere una revisione per garantire la stabilità finanziaria del club.
Le principali voci incluse nel calcolo del “limite di costo della rosa sportiva” sono:
-
Le retribuzioni salariali, sia fisse che variabili, degli atleti e dello staff tecnico;
-
Le retribuzioni per cessioni dei diritti d’immagine, sia collettivi che individuali;
-
Gli ammortamenti dei costi di acquisizione dei calciatori;
-
Le quote della previdenza sociale per i giocatori e lo staff;
-
Gli indennizzi relativi alla fine dei contratti, come il pagamento di somme per la risoluzione anticipata degli stessi;
-
I costi per i giocatori ceduti a titolo temporaneo, se il club continua a sostenere parte della loro retribuzione.
Tuttavia, il sistema prevede anche delle detrazioni per le spese non legate al personale sportivo, come il pagamento di affitti, bollette e stipendi del personale non sportivo, e le perdite finanziarie riportate dalla stagione precedente. Il risultato finale di questo calcolo è il massimo che ogni club può spendere per la propria rosa.
Una caratteristica fondamentale del sistema del salary cap in Liga è che il limite fissato non deve necessariamente essere raggiunto da ogni club. L’importante è rimanere al di sotto del limite approvato dalla Liga. Questo dà ai club la libertà di gestire le risorse in modo più flessibile, pur rispettando il tetto massimo di spesa per evitare situazioni finanziarie rischiose.
Per i club che desiderano aumentare il proprio limite di spesa, esiste la possibilità di fare un aumento di capitale, ma solo nel caso di Società per Azioni. In questo caso, solo una parte dell’aumento di capitale – che può essere pari all’80%, al 65% o al 50% a seconda della situazione finanziaria del club – può essere destinata ai trasferimenti e al costo della rosa. Tuttavia, ci sono limiti alla possibilità di aumento, poiché la cifra non può superare il 25% del fatturato annuale del club. Inoltre, l’aumento di capitale non può essere utilizzato tutto in una sola stagione. La norma prevede che l’aumento venga distribuito su un periodo di quattro anni.