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Sebastian Bueno: “A Perugia capii che dovevo smettere con il calcio”

L’attaccante argentino è un doppio ex della sfida di domani a Benevento. In biancorosso ha vinto la C2. Tornato in patria, allena il San Justino.

A Perugia Sebastian Bueno ha chiuso la carriera professionistica. Era l’annata 2011-12, il Grifo vinse il secondo campionato consecutivo tornando in C1 e l’attaccante argentino, a soli 31 anni, decise che poteva bastare. Arrivò in biancorosso dal Benevento. Su impulso di Gianpiero Clemente. “Fece di tutto per avermi con sé in C2 – ha ricordato Bueno -. Anche lì trovai poco spazio. Vincemmo il campionato, segnai due gol, ma non fui protagonista. Capii proprio in quel momento che avrei dovuto allontanarmi dal calcio. Si sa, quando vai via di casa da giovane inizi a sentire la nostalgia. E questo, unito a tante circostanze che non gradivo, fu decisivo. Non sempre gioca chi merita, comandano i procuratori. E allora vale la pena di pensare a cose più serie, riabbracciare la famiglia”.

Bueno ha ripercorso la propria carriera con anteprima24.it. Ora è tornato in Argentina, per lavorare nell’azienda del suocero e iniziare ad allenare. “Da tre anni guido la squadra del San Justino. Ci siamo tolti qualche soddisfazione vincendo il campionato di Santa Fe, ma la nota più bella riguarda i giovani. Ne abbiamo mandati 7 ai grandi club della zona come l’Union Santa Fe e il Colòn. Il mio sogno, un giorno, è tornare a Benevento. Lo dico senza retorica, mi piacerebbe un’esperienza nel settore giovanile giallorosso”.

A Benevento è ricordato per un pazzesca rovesciata alla Ternana. “Lo dico senza alcuna presunzione, forse il mio era molto più difficile da segnare rispetto al gol di Ronaldo alla Juventus. Serviva una torsione perfetta per fare gol, a vedere le immagini ancora oggi mi faccio i complimenti da solo (ride)”.

Domani il Benevento di Bucchi è atteso ad un bivio contro il Perugia. “Quest’anno seguo i risultati – ha concluso il doppio ex -, gli aggiornamenti, purtroppo non le partite. So che è un momento delicato per il Benevento, ma ad essere sincero non ho dubbi che la città tornerà dove merita di stare perché il presidente non si lascia mai abbattere”.

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