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Perugia, l’omelia di padre Mauro: ‘Grifoni, quella di Curi è una maglia che pesa’ (fotogallery)

Il testo completo, emozionante e diretto, del messaggio del parroco biancorosso nel giorno del 42° anniversario dalla scomparsa dell’uomo-simbolo del Grifo

Chi il 30 ottobre del 1977 fu toccato dalla tragedia, non ha più saltato questo appuntamento. Un appuntamento che però, come ricorda il parroco Mauro Angelini, padre spirituale del Perugia Calcio, ‘non è soltanto per chi c’era ma soprattutto per chi non c’era’. E oggi come allora, aggiungiamo noi, può arricchirsi moralmente e spiritualmente dell’esempio di quello che è poi diventato il simbolo eterno e leggendario della Perugia sportiva.

C’erano amici, ex grifoni come Vannini e Tinaglia, poi Sabrina, la figlia di Renato che ormai a Perugia è di casa, c’era Maria Grazia Ceccarini, c’era la prima squadra del Perugia al completo con  Massimo Oddo, staff tecnico, staff commerciale e dirigenziale. Una piccola folla che Padre Mauro, all’arrivo di qualche goccia di pioggia, ha fatto accomodare nello spogliatoio dei grifoni, unendo il sacro al profano come anche nella sua appassionata omelia. L’emozione è sempre la stessa e anzi, ogni anno aumenta al ricordo dei grifoni che non ci sono più, cui si è unito da pochi giorni anche l’indimenticabile Carmelo Lentini, ricordato al pari di Andrea Vinti detto Skrondo, Fabietto Ercolanoni detto Nevrite, Antonio Ceccarini, Gigi Agnolin, Mariano Tarpani, Franco D’Attoma, Tiziano Manfrin e tutti gli ex giocatori e tifosi passati a miglior vita in quest’ultimo anno. Ecco l’omelia di padre Mauro, intitolata ‘Lo spirito di Renato Curi’, da leggere e rileggere. Per emozionarsi, appassionarsi, e comprendere.

E’ sempre una grande emozione per me essere qui, ogni anno, a presiedere la Santa Messa per Renato Curi. Lo dicevo anche alla figlia Sabrina in questi giorni: io che sin da bambino in Curva Nord ho sempre provato un brivido nel cuore al coro “Lode a te Renato Curi!”, lo stesso brivido che ho provato ieri sera durante la partita Perugia-Ascoli. Sì, credo assolutamente che anche il Signore non si offenda se ogni anno lo facciamo… anzi. La memoria degli uomini grandi che hanno onorato la vita fa contento il Signore… ne sono certo.

Oggi vorrei parlarvi dello Spirito di Renato Curi perché questo Spirito, carissimi, non solo aleggia ancora dopo 42 anni, ma ha qualcosa di grande da insegnare a tutti noi. Lo spirito di Renato è lo spirito della semplicità: noi che spesso ci complichiamo la vita da soli senza mai apprezzare la bellezza delle piccole cose; noi che spesso anche nei rapporti tra di noi siamo così complicati, freddi, ermetici, a volte paurosi dell’altro che altro non è che un nostro fratello.

Lo spirito di Renato è lo Spirito di chi, se anche non arriva a grandi traguardi, diventa una grande persona, ricordata e amata ancora oggi dopo 42 anni!

Lo spirito di Renato è lo Spirito del sacrificio di chi come ciascuno di noi lotta, ogni giorno, nella vita; penso alle famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, ai sacrifici dell’operaio che lavora in fabbrica da tanti anni e tutte le mattine deve ricominciare… ma anche lo spirito del “Sacrificio dei desideri”: anche Renato è stato costretto a non stare più con la sua famiglia, a non vincere più con il nostro GRIFO, a non andare in Nazionale, quindi Renato da lassù è vicino allo stesso sacrificio che vive ogni giorno un disoccupato, una persona anziana che vive nella solitudine, un depresso, un orfano , una vedova, un terremotato, un senza tetto…

Lo spirito di Renato è lo spirito del combattente: è lo spirito di chi non si arrende mai, di chi va avanti nonostante tutto; come Cristian Kouan a Salerno che nonostante la grave frattura ha continuato a giocare onorando la maglia. Una maglia, carissimi giocatori, che lo so che pesa, ma che non troverete più in nessuna altra squadra… nemmeno se un giorno giocherete in Champions League.

Lo spirito di Renato è nello Spirito del Signore, lo stesso spirito che ci fa sentire uniti anche quando non lo siamo (direbbe Antonello Venditti in “Grazie Roma” che noi cambiamo in “Grazie GRIFO!”). E’ lo spirito dell’UNITA’ (quest’anno se saremo uniti, soprattutto nei momenti difficili, andremo molto lontano…) UNITA’, COMUNIONE, FRATELLANZA tanto amata da Dio, che anche se siamo diversi per credo, idee politiche e appartenenze ci fa gridare con Renato sempre nel cuore: “FORZA PERUGIA!”.

Don Mauro Angelini – Cappellano del Perugia Calcio e dei suoi Tifosi

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