L’ex allenatore del Milan quando era al Siena corse nel capoluogo umbro dopo l’allenamento per incontrare lo scrittore.

Marco Giampaolo ricorda Luis Sepulveda, lo scrittore cileno morto a 70 anni a causa del Coronavirus.

I due si erano conosciuti a Perugia nel 2009. Sepulveda aveva partecipato a una conferenza organizzata dall’Università. Giampaolo guidava il Siena e quel pomeriggio, dopo l’allenamento, arrivò in Umbria per incontrarlo.

L’episodio è stato ricordato sulla Gazzetta da Roberto Boldrini, giornalista della rosea, che di quell’incontro funtestimone diretto.

“Si parlò – scrive il giornalista – di vita, di politica, di ideali, di Salvador Allende, di torture e di esilio. E si parlò anche di calcio: Sepulveda amava profondamente questo sport. Giocava a pallone a 13 anni, poi fu sedotto dalla poesia e, più tardi, dalla politica e dalla militanza. Ma non abbandonò mai il calcio: tifava per lo Sporting di Gijon, doveva viveva da 23 anni e aveva un debole per un Marcelo Bielsa”.

“Questo è giorno triste – dice ora Giampaolo – questo maledetto virus è riuscito a stroncare un combattente sopravvissuto alle torture e ai pericoli di una vita avventurosa. Sepulveda si portava dentro i segni della sofferenza. Era un testimone protagonista: raccontava l’oppressione e le violenze di chi le aveva subite sulla sua pelle. Quando a fine cena cominciò a raccontare, ascoltammo la voce di chi aveva fatto parte di un pezzo di storia. Luis non era uno spettatore: era stato attore di un periodo particolare del Cile, guardia del corpo di Salvador Allende. Lo chiamava ancora il presidente. C’era tutto il Sud America con i suoi tormenti nelle sue parole”.

Sepulveda era molto legato anche alla città di Assisi, come ricordato dalla rivista “San Francesco”, da cui è tratta la foto.