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L’addio di Comotto: ‘Capisco Santopadre, il momento è difficile e al Perugia serve altro’

L’elegante ultimo saluto al Grifo da parte del Dg attraverso i quotidiani locali: ‘Dispiace non poter concludere il progetto, forse sono stato troppo bravo a risolvere i problemi in due anni. Sento di essere stato determinante, lascio un club che funziona’

C’è il dispiacere di non aver potuto concludere un progetto che era nella mia testa, ma c’è anche tanta serenità per aver fatto il massimo che potevo’. Parola di Gianluca Comotto, che ha affidato ai quotidiani locali, Il Messaggero, La Nazione e Il Corriere dell’Umbria, le sue parole di addio al Perugia dopo la decisione di non continuare il rapporto.

Arrivato nell’estate del 2020 dopo la sua esperienza da capitano e poi da Club Manager in biancorosso, Comotto ha saputo guidare il Perugia nella tempesta del post-retrocessione, restando negli annali come il Dg della pronta risalita dalla C e dei playoff al primo anno di B. Chiarisce: ‘Il presidente lo sa, lo ha percepito, forse sono stato perfino troppo bravo nel sistemare in due anni alcune situazioni. La mia era una figura importante da tutti i punti di vista, anche da quello economico, una figura in più che è stata determinante ma della quale ora si può fare a meno. Sarei rimasto anche alla condizione di poter continuare a fare quanto ho fatto finora e anche di più, un uomo di fiducia del presidente da ex calciatore e con competenze anche tecniche. Il mio progetto era di riportare il Perugia in A, anche se forse è più giusto parlare di impresa, sia detto con realismo, in altri due anni. Sono stato necessario quando si doveva mettere l’elmetto per andare in prima linea e poi ho lasciato i meriti ad altri, ma lo rifarei’.

Comotto resterà probabilmente a vivere a Perugia anche se potrebbe non restare nel calcio (‘mi sento una mosca bianca’). Ma il suo sentimento nei confronti del Perugia e di Massimiliano Santopadre è di comprensione. ‘Capisco il presidente, a livello generale la situazione economica è difficile per tutti, ho sempre sposato la sua filosofia di fare rendere al massimo investendo lo stretto necessario. Sento molto mia la promozione dell’anno scorso, credo che in due anni abbiamo sbagliato poco e forse niente a tutti i livelli, nelle tempistiche, nei rinnovi, nella gestione. Poi quando le cose vanno bene tendo a scomparire ma credo che anche quest’anno gli equilibri sono stati importanti. E credo che fondamentale sia stata la scelta condivisa su Alvini. Specifico anche che il mio rapporto con Giannitti è ottimo. Lascio una società che funziona, non sono un dirigente da ufficio ma un valore aggiunto, sia in positivo che in negativo’.

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