La delusione e lo sconcerto per come era arrivata la sconfitta di Gubbio in pieno recupero non è certo stata mitigata dai due successivi pareggi con Pescara e Rimini. Aver perso a stretto giro anche contro la Vis Pesaro nella stessa, identica maniera, è un’aggravante per il Perugia che ora si ritrova a meditare anche sulla sua fragilità nervosa (i cartellini rossi sono lì a dimostrarlo, vale ricordare che prima di quello comminato ad Amoran a rischiare grosso era stato Montevago) e sulla sua capacità di accompagnare un risultato fino alla fine delle partite dando prova di solidità e compattezza.
Perché quello di prendere gol nei finali di partita in questo campionato purtroppo è un vizietto. Contro Gubbio e Vis Pesaro sono sfumati due punti preziosissimi (il Perugia naviga ad un punto dai playoff e 3 punti dai playout, basta un niente per determinare le sorti di classifica e stagione) ed era accaduto anche nel match in casa del Legnago Salus, quando i grifoni sperperarono il vantaggio dovuto alle reti di Sylla e Montevago (2-1) facendosi acchiappare da Martic al 91′ sul 2-2.
E a fare cumulo ci sono anche le reti subite a Carpi all’andata (il 2-0 di Sall arrivò al 93′) nonché l’autorete, ininfluente ai fini del 2-1 conclusivo, da parte di Angella al 95′ di Perugia-Campobasso 2-1. Un trend pericoloso che è anche la conferma di una fragilità difensiva e della scarsa capacità di tenere alta la concentrazione anche nei momenti decisivi, avanzando dubbi anche sulle gambe che non rispondono più come nel resto del match.