Dopo l’arrivo del nuovo allenatore Vincenzo Cangelosi, il Perugia sta migliorando i propri risultati nel rush finale di un campionato in altalena e non certo all’altezza delle aspettative. La storia del Perugia è ricca di campionati che parevano anonimi e che hanno trovato una svolta in positivo grazie all’avvento di allenatori capaci di entrare nella storia biancorossa.
Ilario Castagner: l’imbattibilità storica della stagione 1978/1979
Tra tutti spicca il nome di ilario Castagner. L’uomo che guidò il Perugia dei Miracoli nella stagione 1978-1979, capace di concludere il campionato di Serie A senza sconfitte pur arrivando secondo alle spalle del Milan, diventando così l’unica squadra imbattuta a non aver vinto il campionato di A.
Il Perugia di Castagner divenne simbolo di compattezza, organizzazione e spirito collettivo. Il tecnico di Vittorio Veneto portò a Perugia una visione moderna del gioco, ispirata al calcio totale olandese, valorizzando il gruppo più del singolo. Giocatori come Vannini, Bagni, Frosio, Nappi, Ceccarini resero memorabile una stagione scolpita nella storia non solo del club, ma di tutto il calcio italiano. Non solo. Castagner ha allenato il Perugia a più riprese riuscendo a risultare sempre vincente, anche dopo il suo ritorno nell’era-Gaucci.
Serse Cosmi: cuore, passione e attaccamento
Tra gli allenatori più amati anche Serse Cosmi. Originario di Ponte San Giovanni, alle porte di Perugia, Cosmi rappresenta la fusione perfetta tra passione e competenza tecnica.
Nei suoi anni a Perugia (2000-2004) ha fatto sognare i tifosi perugini, vincendo la Coppa Intertoto e successivamente ottenendo la qualificazione alla Coppa Uefa, riuscendo anche a battere varie big del campionato e stravolgendo le previsioni di inizio stagione di bookmaker e siti sportivi NetBet.
Cosmi ha anche lanciato e valorizzato diversi giocatori come Fabio Grosso e Marco Materazzi, entrambi campioni del mondo nel 2006 con la nazionale.
Rimane impresso nella testa dei tifosi grazie alla sua grinta e alla passione trasmessa in campo e fuori, con Cosmi, il Perugia diventò una squadra temuta e rispettata, un simbolo di orgoglio per la città.
Il bel gioco di Giovanni Galeone
Un segno indelebile nella storia biancorossa, pur avendo allenato in un lasso di tempo più breve, lo ha lasciato anche Giovanni Galeone, tecnico affezionato al bel gioco, che ha fatto dello stile offensivo e spregiudicato il suo marchio di fabbrica.
Galeone portò al Perugia un’idea di calcio frizzante, basata sulla tecnica, sul coraggio e sul gioco d’attacco. In una piazza tradizionalmente legata al bel gioco e all’innovazione, Galeone fu capace di far giocare al Perugia della seconda promozione in Serie A un calcio che guardava all’Europa, aperto alla costruzione e al divertimento e che fece innamorare una città intera. Il Perugia di Galeone era imprevedibile, divertente, ma anche capace di concretezza quando serviva.
Negli annali del tempo sono scolpiti i nomi di Andràs Kuttik, Cesare Migliorini e Mario Malatesta. Ma il tecnico che più a lungo di tutti fu capace di lasciare un segno fu Guido Mazzetti, sotto la cui guida il Perugia riuscì a tornare in B dopo cinque lustri nei tornei minori negli anni Sessanta, ancora oggi l’allenatore dalla più lunga militanza. Una citazione meritano altri tecnici capaci di grandi imprese indelebili sfiorate come Aldo Agroppi, oppure riuscite e entrate nel cuore di tutti come Mario Colautti, Valter Novellino e Andrea Camplone.