Partenze lente, il Perugia di Faroni cercherà di imitare Gaucci e… Santopadre

Negli ultimi quarant'anni solo due società biancorosse sono state capaci di ripartire vincendo dalla Serie C. Ma prima hanno dovuto pagare in entrambi i casi lo scotto dell'apprendistato

Arrivare e vincere subito, un po’ come Giulio Cesare, non è cosa da Perugia. Lo dice la storia recente della nuova società argentina capitanata da Javier Faroni, il cui impatto con il calcio italiano di terza serie da subentrato in corsa non è certo stato idilliaco. Da settembre, subito dopo la fine del calciomercato estivo, fino ad oggi, le soddisfazioni sono state ben poche e le delusioni e le amarezze invece non sono mancate in particolare nei risultati di una squadra capace di raggiungere una semplice salvezza senza andare oltre, rinunciando inesplicabilmente tra l’altro ad una qualificazione playoff più che alla portata.

Quella in arrivo dovrà essere l’estate in cui saranno poste le basi della rivincita e in questo senso il Perugia di Faroni cercherà di seguire le orme di chi lo ha preceduto e che, prima di lui, ha dovuto regolarmente ingoiare l’amarezza di una partenza diesel, anche se almeno agli spareggi erano arrivati. Il riferimento è per le due principali società biancorosse degli ultimi quarant’anni, le uniche capaci di ottenere promozioni dalla Serie C alla B, il Perugia di Luciano Gaucci e quello di Massimiliano Santopadre.

Sbarcato a Perugia in corsa e verso la fine del 1991, Luciano Gaucci dette vita immediatamente acquisti completamente fuori calibro, portando tra gli altri a Perugia giocatori del livello di Dossena, Di Carlo e Nitti. Quella stagione tra Papadopulo e Buffoni non portò il Perugia oltre il terzo posto. Solo l’anno successivo con Novellino prima e Castagner poi il Perugia di Gaucci riuscì nell’impresa battendo l’Acireale nel leggendario spareggio di Foggia, una gioia effimera considerando le amarezze dell’estate nei tribunali per la storia del famoso cavallo e dell’arbitro Senz’acqua. La prima gioia piena e compiuta Gaucci potè assaporarla solo al terzo anno della sua gestione, quando la corazzata guidata da Castagner arrivò in porto (leggi: promozione in B) battendo tra l’altro anche una lunga serie di record.

Nel corso della stagione 2012-2013 Massimiliano Santopadre divenne unico socio di maggioranza del club ufficializzando poco prima della fine del campionato la separazione da Gianni Moneti, insieme al quale all’inizio della stagione passata era subentrato a Damaschi. Sulla panchina biancorossa Andrea Camplone attraverso un calcio spettacolare e redditizio operò una poderosa rimonta fino a chiudere il campionato al secondo posto alle spalle dell’Avellino. Ai playoff contro il Pisa di Dino Pagliari arrivò però l’atroce delusione di una eliminazione rocambolesca e anche in questo caso la nuova società dovette rimandare all’annata successiva la grande soddisfazione del salto in Serie B, arrivato al termine dello lo storico testa a testa con il Frosinone. Vincere non è mai facile, farlo subito a Perugia si conferma proibitivo. Non resta che sperare come lo scotto dell’apprendistato sia stato ancora una volta pagato.

Subscribe
Notificami
guest

5 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

A strappare approvazioni la verticalità di Tumbarello, Joselito, Nwanege, il "nuovo" Matos, Broh, baby Perugini...
Nel decennio 2015-2025 l'impatto del Perugia alla nuova stagione è stato quasi sempre positivo. Lo...
Borras e Meluso al lavoro sul budget per il bene del club. In Argentina potrebbe...

Altre notizie