Quando Genoa-Napoli è stata sospesa per pioggia, la mente è volata a quella partita infinita del Curi che regalò lo scudetto alla Lazio nel 2000.
Sicuramente non era importante come quel Perugia-Juventus di tanti anni fa, quando il Curi divenne il palcoscenico dello scudetto e un temporale umbro di inizio estate decise di fatto il campionato, assegnando lo scudetto alla Lazio e sottraendolo alla Juventus, che si trovò a (non) disputare una partita che sembrava stregata. Più o meno la stessa cosa è successa sabato sera allo stadio Marassi di Genova, fra i rossoblù e il Napoli di Carletto Ancelotti, lo stesso allenatore di quella Juventus, che proprio a causa di quel temporale cominciò a passare alla storia come il migliore dei perdenti, etichetta che si sarebbe tolta qualche anno dopo in finale di Champions League.
Così, quando l’arbitro Abisso ha deciso di sospendere Genoa-Napoli (a differenza di Perugia eravamo già sull’1-0 per i padroni di casa: in quel caso, invece, Calori segnò dopo la sospensione) e poi di farla riprendere con il campo ancora in pessime condizioni, Ancelotti avrà rivisto i fantasmi di 18 anni fa. Ma stavolta l’epilogo è stato diverso. Anzi, la sospensione ha giovato proprio al Napoli, capace di ribaltare incredibilmente nonostante il fraseggio palla a terra fosse pressoché impossibile. Provato dalle emozioni e dai ricordi, Ancelotti a fine gara ha disertato la sala stampa, facendo parlare il figlio Davide, che nel 2000 aveva appena dieci anni ed ora gli fa da vice.