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Stop al razzismo nel calcio, il grido forte di Andes

Chiara presa di posizione dell’associazione nazionale delegati alla sicurezza negli stadi attraverso la voce del nuovo presidente Ferruccio Taroni che ha ribadito la necessità di fermare le partite in caso di nuovi episodi

Il nuovo presidente dell’Andes (associazione nazionale delegati alla sicurezza negli stadi) in occasione del ventesimo congresso nazionale, a Roma martedì scorso, ha preso una posizione chiara e netta sull’argomento razzismo. Queste le sue parole: “E’ giusto fermare le partite quando si verificano episodi di razzismo negli stadi. Non solo, ma bisognerebbe adottare anche uno ‘schema’ che coinvolga e valorizzi al meglio la parte sana della tifoseria, che diventa così lo strumento piu’ efficace per combattere questo fenomeno”.

Il nuovo presidente ha anche illustrato la sua proposta: “Riteniamo che contro il razzismo i giocatori in campo si debbano fermare. Non solo, ma per una risposta efficace si potrebbe utilizzare questo ‘schema’: i calciatori oggetto di insulti o cori si portano verso il centro del campo mentre l’arbitro ferma il gioco per cinque minuti. In quell’intervallo di tempo sia i calciatori che la parte sana dei tifosi, capitanati dagli steward, inizieranno ad applaudire, coprendo così i cori razzisti. Se gli applausi coprono i cori la società sportiva non sarà penalizzata dalla giustizia sportiva. Nel caso in cui dovessero ripetersi episodi nella stessa partita, la successiva pausa sarà di quindici minuti, con le medesime modalità. E se ci fossero ulteriori episodi, la gara sarà definitivamente fermata e recuperata a porte chiuse. Inoltre, il settore che ha dato origine al coro, se si arriva alla sospensione della gara, vedrà annullati tutti gli abbonamenti e per la gara seguente la società potrà mettere in vendita tutti i tagliandi del settore, ma con un prezzo superiore a quello solitamente riservato alle curve. Non crediamo di avere la soluzione definitiva, ma chiediamo di essere almeno ascoltati nel principio: per costruire cultura serve esercitare un’azione verso la parte buona dello stadio, affinché questa alzi la voce prendendo posizione contro chi non è sportivo”.

 

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