Grifo, Faroni studia i presidenti vincenti: quando il cambio al vertice porta al salto di categoria

Negli ultimi 60 anni 5 imprese: Spagnoli, Ghirga, Gaucci, Damaschi e Santopadre hanno vinto campionati subito o al massimo nel giro di un paio d'anni dopo avere rilevato la società biancorossa

Sono in molti tra gli addetti ai lavori a sostenere che risalire dal basso, vincere la C è più difficile che vincere il campionato di B e andare in Serie A. E probabilmente hanno ragione, considerando i tempi lunghi che spesso sono serviti al Perugia per risalire la china una volta caduto in basso. Lo ha scritto il Corriere dell’Umbria nel suo approfondimento pubblicato nella giornata di venerdì, quando è stato sottolineato come al Perugia dagli anni Sessanta ad oggi siano serviti 8 anni, una volta 9 e una volta addirittura 20 per risalire.

Ma c’è un dato che sembra ancora più eclatante: spesso i cambi di proprietà in casa biancorossa hanno portato al salto di categoria. Salto che a volte è stato immediato, più spesso è arrivato con un ritardo di non più di un paio d’anni ma è arrivato quasi sempre. Solo pochi presidenti non sono riusciti nell’impresa di vincere un campionato dopo essere subentrati a Pian di Massiano. E’ capitato ad Adriano Spinelli, Giancarlo Tinarelli, i fratelli Silvestrini e Leonardo Covarelli. Mentre invece cambiare guida a Perugia è spesso equivalso a cambiare abbastanza velocemente categoria.

Il primo esempio eclatante risale al campionato di Serie C 1966-1967. Quando Lino Spagnoli, appena subentrato a Orlando Baldoni, centrò il ritorno in Serie B con Guido Mazzetti in panchina dopo due decenni di attesa. Una cosa molto simile accadde nella stagione 1987-1988, quando ad essere baciato dalla Dea Vittoria fu l’avvocato Luciano Ghirga, appena entrato in carica dopo le parentesi di Gadaleta e Fanini. Grazie ad una squadra indimenticabile guidata dal tecnico Mario Colautti, quel Perugia che schierava giovani come Ravanelli, Di Livio, Bia, Gori, Rambaudi e via discorrendo, stravinse il campionato di Serie C2.

Era un Perugia ancora fatto in casa, ben diverso dai fasti del Grifo targato Luciano Gaucci. Che nel 1991 rilevò il Perugia che stava quasi per fallire e lo rilanciò sballando i parametri di budget dei campionati di serie C. Nonostante investimenti clamorosi, il suo Perugia riuscì a conquistare la cadetteria solo due anni dopo, al termine del campionato 1993-1994. L’anno prima c’era stato il campionato vinto allo spareggio di Foggia contro l’Acireale e la revoca della Caf per il famoso caso del cavallo e dell’arbitro Senzacqua. Ma l’anno successivo per chiunque fu impossibile opporsi alla corazzata guidata da Ilario Castagner  con i vari Cornacchini, Pagano, Piovanelli, Gelsi e via discorrendo.

Siamo al 2010-2011 e alla vittoria della Serie D non appena insediata la rinata società di Roberto Damaschi, con il tecnico Pierfrancesco Battistini alla guida e i vari Frediani e Bartolini in campo dopo il fallimento Covarelli. L’anno successivo (2011-2012) per inciso Damaschi fece doppietta vincendo la C2 quando nel Perugia era già entrato Massimiliano Santopadre.  Che divenne presidente e dovette attendere a sua volta un paio di campionati prima di esultare. E’ storia il playoff perso in maniera rocambolesca con il Pisa al termine del campionato 2012-2013, è storia la strepitosa cavalcata ancora con Andrea Camplone alla guida culminata nel’1-0 al Frosinone firmato Moscati il 4 maggio 2014 con la conquista della Serie B. Santiopadre sempre per inciso di vittorie del campionato di Serie C ne conquistò anche un’altra nel 2020-2021, tornando su al primo colpo dopo la retrocessione, cosa rarissima nel panorama calcistico italiano.

Lino Spagnoli, Luciano Ghirga, Luciano Gaucci, Roberto Damaschi e Massimiliano Santopadre hanno dunque qualcosa di importante in comune, sono cinque presidenti che dopo il cambio al vertice hanno saputo portare il Perugia al salto di categoria negli ultimi 60 anni. “Il campionato di C è in assoluto il più difficile di tutti quelli fatti nella mia vita – spiegava solo qualche giorno fa Riccardo Gaucci -. A Perugia mio padre prima di arrivare in B ci mise tre anni, noi a Catania lo abbiamo fatto in due”. L’argentino Javier Faroni, subentrato nel settembre 2024 alla guida del club di Pian di Massiano, ha preso appunti e dopo un campionato di transizione si appresta a tentare l’impresa.

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