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Rezaei, un ristorante italiano a Teheran e un sogno: “Allenare il Perugia”

L’ex biancorosso, che vive in Iran con sua moglie assisana, si confessa a ‘Il Posticipo’: “Quanto era forte il mio Grifo. Gaucci? Con Ahn doveva comportarsi meglio”

“Mi piacerebbe allenare a Perugia o dove ho già giocato, come a Messina o a Livorno. Sono cresciuto nella Serie A iraniana, il carattere non mi manca. Dovesse arrivare un’opportunità, la prenderei al volo”. A parlare in un’intervista a ‘ilposticipo.it‘ è Rahman Rezaei, che nel 2001 sbarcò in Italia per giocare nel Perugia di Luciano Gaucci su intuizione del direttore sportivo Fabrizio Salvatori.

L’arrivo in Italia

“Era a Teheran per seguire altri due giocatori della nazionale, ma alla fine ha portato me a Perugia ricorda l’ex difensore biancorosso –. Sono arrivato un venerdì pomeriggio di settembre, venivo da un infortunio alla caviglia così mi sono limitato a seguire l’allenamento. Al sabato ho fatto un quarto d’ora di corsa, non mi sono allenato con la squadra. Domenica giocavamo contro il Brescia di Roberto Baggio e Luca Toni. Dopo cinque minuti Sean Sogliano si è fatto male, sono entrato senza riscaldamento e senza sapere una parola in italiano. Ho fatto bene e ho giocato titolare fino alla fine del campionato”.

Ricordi di Grifo

A 47 anni ha un ristorante italiano a Teheran e con la moglie, assisana, fa la spola con il nostro Paese: “Faccio spesso su e giù da Treviso, dove mio suocero si è trasferito dopo aver lasciato Perugia. Tanti i ricordi di Grifo: “C’erano il sudcoreano Ahn, i greci Traianos Dellas e Zisis Vryzas, il colombiano Oscar Cordoba. Poi un gruppo di italiani formidabili: in porta Sebastiano Rossi e Andrea Mazzantini, in difesa Fabio Grosso, a centrocampo Giovanni Tedesco, Davide Baiocco e Roberto Baronio. Tutti insieme formavano davvero una bellissima squadra”.

Un ‘rimprovero’ a Gaucci

E non manca un pensiero per Serse Cosmi e Luciano Gaucci: “Ricordo una bravissima persona e un ottimo allenatore. Cosmi mi diceva cosa dovevo fare per diventare un campione. Mi ricordava sempre quanto fosse importante la concentrazione. Dei Gaucci ricordo benissimo il figlio Alessandro: una brava persona, sempre molto vicina alla squadra. Era quasi nostro coetaneo, questo agevolava il suo rapporto con noi”. A ‘Big Luciano’ però Rezaei rimprovera una cosa: “Il presidente era nervoso perché Ahn aveva segnato nella partita condizionata dagli errori dell’arbitro Byron Moreno (la sfida tra Italia e Corea del Sud ai Mondiali del 2002, ndr), però non era colpa sua. Ahn da professionista aveva fatto il suo dovere. Gaucci avrebbe dovuto comportarsi meglio”.

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