A Cagliari è l’arbitro a rimettere in carreggiata i padroni di casa, che poi con bravura e tanta fortuna riescono a superare il turno. Ma la Castori-band c’è
Finisce 3-2, un altro 3-2 che non può che evocare quello che nello scorso maggio servì al Brescia per estromettere i grifoni immeritatamente ai playoff. Non cambia il copione, perchè anche stavolta è stato determinante l’arbitro (nella fattispecie Gualtieri), quando ormai la gara sembrava incanalata verso la vittoria del Perugia, con una decisione incredibile: trattenuta reciproca in area tra Vulikic (lieve) e Luvumbo (evidente, con tanto di maglia tirata), rigore concesso per colmo della beffa convalidato anche dal Var.
Si era sul 2-1 (al gol iniziale di Altare aveva replicato un grande Melchiorri, di Di Serio il bellissimo bis ancora su assist del Cigno). Sul 2-2 la partita è girata, il Perugia ha reagito con grande rabbia e ha colpito una incredibile traversa ancora con Melchiorri prima della giocata vincente (da campione) di Nicolas Viola su punizione per il 3-2 finale.
Nel primo tempo i grifoni hanno chiuso 1-1 ma avrebbero dovuto vincere ai punti, nella ripresa è finita 3-2 e il Perugia avrebbe meritato di passare il turno senza se e senza ma. Al di là dell’amarezza del risultato e dell’eliminazione, va però preso atto del fatto che la squadra di Castori (grandi letture, preparazione perfetta e cambi azzeccatissimi) è stata protagonista di una grande partita pure in fortissima emergenza, non ha mai subito i rossoblu di casa e anzi li ha messi sotto e colpiti nei momenti topici, un segnale molto confortante. A fare la differenza è stata la rosa lunga del Cagliari oltre all’arbitro ed è qui probabilmente che la società dovrà intervenire nel finale del mercato, oltre ad attendere buone notizie dall’infermeria, ma questa partita paradossalmente regala fiducia