Sinora si sono indubbiamente visti due Perugia in questo avvio di stagione 2024-2025: quello prima del closing e quello, diametralmente opposto almeno nei risultati, che abbiamo conosciuto dal giorno successivo all’avvento della nuova società. E i risultati della squadra di Formisano parlano chiaro: prima del passaggio di mano da Santopadre a Faroni, nelle partite ufficiali il Perugia era partito molto forte, con 3 vittorie e un pareggio (4-1 a Latina, 2-0 a Pineto in Coppa Italia, 3-3 a Piancastagnaio e 3-0 alla Spal al Curi), per quanto il rocambolesco risultato in casa della Pianese abbia provocato brividi e innescato non poche polemiche. All’attivo non solo una grande quantità di occasioni a partita, ma anche 12 gol (media 3 a partita) a fronte di 4 reti al passivo. Media punti 2,5 a partita.
Dall’8 settembre, giorno successivo all’avvento ufficiale della nuova proprietà, il Perugia ha cambiato diametralmente passo collezionando 2 sconfitte (2-0 a Carpi e 4-1 in casa con il Rimini) e 3 pareggi (1-1 al Curi con il Gubbio, 0-0 a Pescara e 0-0 a Pesaro), con appena 2 reti all’attivo e 7 al passivo. Media punti 0,6 a partita.
Alla nuova società manca ancora la vittoria ed è il dato più eclatante ma ovviamente sarebbe ingeneroso pensare alla diretta responsabilità della dirigenza. E se è vero che il rendimento iniziale è arrivato nonostante l’emergenza difensiva, poi parzialmente risolta, è altrettanto vero che da Carpi (esclusa) in avanti è iniziata la fortissima ed estremamente condizionante emergenza offensiva, la mancanza dei vari Montevago, Seghetti, Sylla e Marconi che unitamente agli evidenti torti arbitrali ha innescato anche l’eccessivo nervosismo pagato caramente contro il Rimini.
Detto e riconosciuto tutto questo, l’impressione è che l’avvento della nuova società abbia però probabilmente anche contribuito alla perdita delle certezze precedenti da parte di giocatori che in estate avevano deciso consapevolmente di dare la loro fiducia a Santopadre e al suo progetto. E potrebbe avere contribuito ad ingenerare dubbi, interrogativi e necessità di conoscenza che hanno solitamente bisogno di tempo per essere soddisfatte. In questi casi, di solito, è determinante nei rapporti e nello spogliatoio la mediazione di uomini di calcio, magari esperti di situazioni del genere, che nella nuova proprietà argentina non abbondano.
In questo senso poteva essere determinante ad esempio la continuità che poteva garantire il confermato Jacopo Giugliarelli, la cui autonomia decisionale e di conseguenza l’autorità del ruolo restano invece per ora un punto interrogativo, un nodo da sciogliere al più presto. L’impressione è che il nuovo Perugia, così attento sino ad oggi alle pubbliche relazioni, nei confronti della prima squadra non abbia ancora saputo toccare le corde giuste, lasciando al caso soprattutto le piccole cose, dettagli che per un calciatore spesso risultano determinanti. E che organizzarsi in fretta in maniera adeguata ad un blasonato club professionistico sia esigenza non più rimandabile.