Sono 350 i gruppi ultras di tutta Europa che hanno firmato un documento contro la ripartenza “finché non si può tornare allo stadio. Non è solo business, non c’è calcio senza tifosi”
La Curva Nord ha preso una posizione chiarissima nei giorni scorsi. Gli ultras del Perugia vogliono che il calcio “faccia un passo indietro”. E, in questa fase di emergenza, lo stesso grido arriva da tutta Europa.
La tifoseria organizzata del Perugia ha sottoscritto – unita sotto la firma Curva Nord – uno storico documento di protesta al quale hanno aderito 350 gruppi di tutta Europa: da Bergamo a Brescia, da Genova a Napoli, da Torino a Salerno, passando per le spagnole di Real Madrid, Valencia, Siviglia, le francesi di Olympique Marsiglia, Nantes e Metz, fino agli ultrà tedeschi di Bayern Monaco, Kaiserslautern, Stoccarda, e ai belgi di Liegi e Anderlecht. Ci sono anche alcune tifoserie italiane di basket e di hockey.
Gli ultras di tutta Europa spiegano che “coloro che gestiscono il calcio fin da subito hanno avuto l’unico obiettivo di ripartire. Ma in campo andrebbero solo ed esclusivamente gli interessi”.
“Ci è più che lecito pensare – è scritto nel documento – che, ancora una volta, la supremazia del denaro vada a calpestare i valori della vita umana. Non c’è calcio senza i tifosi. E non può essere solo un’industria, con le società tenute in scacco dalle pay-tv. Business e interessi personali porteranno alla morte del calcio”. E ancora: “Tutta l’Europa è nella morsa del coronavirus, in questo momento l’obiettivo principale è la salute pubblica”.
“Il campionato non deve ripartire. No al calcio senza i tifosi. Chiediamo lo stop alle competizioni – scrive l’Internazionale delle curve – finché tornare allo stadio non sarà un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva”.