
Domenica il Perugia fa visita al Cosenza del tecnico toscano che segnò, con un incarico non ufficiale, la difficile stagione 2009-10 targata Covarelli.
Era il 24 febbraio 2010. Il Perugia viaggiava in acque societarie agitatissime in Serie C. Il presidente Covarelli si giocò la carta della disperazione per provare il salto di categoria e rimettere i conti in ordine. A Pian di Massiano arrivò Piero Braglia. Con Covarelli aveva condiviso una felice esperienza a Pisa. La rivoluzione tecnica doveva rimanere nell’ombra perché il tecnico toscano in stagione era già stato tesserato per il Taranto. Da regolamento non poteva allenare. Accettò il ruolo di “consulente” del Perugia. Le doti di Braglia portarono a una momentanea svolta sul piano emozionale e tattico. Il Grifo ripartì facendo spettacolo e battendo la Cremonese con l’allenatore “ombra” a guidare la squadra dalla gradinata. Ma la disastrata situazione societaria, che avrebbe poi portato al fallimento a maggio, fagocitò tutto. Il campionato biancorosso finì nell’anonimato di metà classifica tra stipendi non pagati e corrente elettrica staccata a Pian di Massiano.
Domenica, a Cosenza, il Perugia si ritrova di fronte quel Pierino Braglia poi tornato al Curi solo per la Coppa Italia 2016-17 alla guida dell’Alessandria: il Grifo di Bucchi vinse 1-0 con gol di Brighi. Ma a Cosenza il match non è banale perché l’esuberante Braglia è comunque un singolare pezzetto della storia biancorossa.
