L’ex allenatore del Grifo ha citato la tombola per fotografare la strana formula del campionato. E ha poi parlato delle sue “creature” diventate allenatori emergenti.
Serse Cosmi è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. In campo i suoi allievi cresciuti nel Perugia che ha fatto storia. C’è la sfida fra ex grifoni: il Verona di Grosso e il Lecce di Liverani. E c’è anche Bucchi con il Benevento in questa serie B a 19 squadre. “Non credo di aver fatto scuola – ha detto Serse (nella foto tratta del profilo Instagram) –, nessuno nelle interviste dice che si ispira a Cosmi”.
Poi i ricordi dei calciatori pescati dal basso dal Perugia di Gaucci. Grosso “non aveva grande scuola, faceva mezzala e trequartista, era da valutare in ritiro. Cercavamo un esterno sinistro, in prova c’era un brasiliano improponibile, così adattammo Fabio, anche perché in A nel suo ruolo non avrebbe potuto giocare. Ha fatto bene nelle amichevoli, anche un gol alla Real Sociedad. Si è dimostrato un ragazzo molto intelligente, il piede l’aveva ed è diventato Fabio Grosso”.
Liverani era arrivato da Viterbo un anno prima. “Aveva una scuola alle spalle, anche lui molto intelligente e con un piede sinistro raro. Dicevano fosse lento per fare il trequartista. A me però piace vedere fantasia davanti alla difesa, meglio il primo passaggio dell’ultimo, così l’ho messo playmaker: mi convinse Alenichev perché con Liverani avrebbe avuto più palloni. Fabio sapeva servire chiunque, vicino o lontano: per me dopo Pirlo uno dei più grandi in Italia”. A Bucchi “auguro tutto il bene del mondo. Se torna in A lo fa con più forza, rispetto a Sassuolo. Il Benevento è favorito”. Infine il format del campionato cadetto. “Nella tombola a Perugia il 19 è la sbornia e mi sembra una giusta foto. Sarebbe meglio 20. Capisco ridurre le squadre per avere qualche risorsa in più, ma farlo così è una forzatura eccessiva, come lo era stato nel 2003 farla a 24”.