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La rivelazione di Varela: “Sul tavolo il contratto con il Perugia, poi…”

L’attaccante uruguaiano ex Palermo ha svelato alcuni retroscena dell’estate 2016. Il Pisa era in piena crisi societaria e il Dt biancorosso Goretti arrivò a un passo dal portarlo a Pian di Massiano.

Non è un mistero che Lores “Nacho” Varela fosse un profilo che l’uomo mercato del Perugia, Roberto Goretti, avesse seguito a più riprese. Che però il Perugia fosse stato così vicino a contrattualizzare l’attaccante ora in forza al Penarol l’ha svelato lo stesso Varela.

Era l’estate 2016, il Pisa di Gattuso neopromosso in B viaggiava in acque societaria agitate e lo stesso “Ringhio” aveva salutato tutti per la mancanza di certezze. “La preparazione è stata una situazione fuori da ogni logica – ha detto Varela a magazinepragma.com -. Una squadra professionista non può affrontare una competizione in quelle condizioni, giocatori che si allenavano da soli, altri che andavano via, era tutto strano. Non eravamo cechi perché volevamo aspettare il mister ma è stata una situazione poco piacevole”.

“Ricordo il Direttore sportivo del Perugia che mi portò il contratto per firmare con loro in albergo, ma non c’era nessuno in sede e io non volevo andar via con i miei compagni. Mancava mezzora alla fine del calcio mercato e Gattuso mi scrisse che non tornava, che mi consigliava di andar via. Sono rimasto lo stesso a Pisa e per fortuna è tornato il mister”.

Il ricordo di Varela, ora cercato dal Frosinone, viaggia poi verso un periodo complicatissimo per tante vicende. “Durante il campionato le squadre andavano più di noi era normale vista la preparazione. Poi ho sofferto il lutto di mio padre, sono stato una settimana fuori e al rientro col Bari mi sono rotto il ginocchio. Ho perso 5 mesi ed è stato il periodo più brutto della mia vita, volevo anche smettere ma anche grazie alla mia famiglia ho continuato. Quando sono tornato non avevo più la testa in quel momento, poi siamo retrocessi ma la squadra non era male era solo partita in condizioni che non si possono spiegare perché a volte non avevamo dove mangiare, né dove dormire ma la città ci è stata molto vicina. Per questo un giorno tornerò a Pisa, anche gratis se ne avessero bisogno”.

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