
Il dirigente perugino, ex Grifo e Roma, fornisce la propria lettura del divorzio tra lo storico capitano giallorosso e la società di Pallotta. “Una situazione dovuta alla perenne ambiguità…”.
Walter Sabatini è appena ritornato in sella per costruire un Bologna vincente. Mastica calcio da decenni, ha vissuto dall’interno e da perugino il Grifo di Gaucci. E ha vissuto e costruito la Roma dal 2011 al 2016, a stretto contatto con Francesco Totti. Nel giorno dello storico addio dell’ex capitano giallorosso alla dirigenza del club di Pallotta, Sabatini ha tentato di evitare invasioni di campo, ma ha comunque espresso il proprio pensiero all’HuffPost.
“Quello di Francesco Totti dirigente – ha detto Sabatini – è un caso dovuto all’ambiguità perenne della Roma, che sottoscrive un contratto con il calciatore Totti molti anni fa. Contratto che rappresentava una sanatoria, che entra in vigore quando Francesco smette di giocare. Da quel momento si sarebbero dovuto avere delle direttive, invece si è andati avanti senza strategie condivise. L’hanno lasciato vivacchiare”.
Il dirigente perugino aggiunte: “Totti meritava di essere testato in questi mesi, meritava che lo portassero dentro le cose. La sua sensibilità calcistica è innegabile e lo avrebbe aiutato a dare il suo apporto. Il direttore tecnico non si limita a scegliere i calciatori”. Con il divorzio “è indubbio che ci hanno perso entrambi. Difficile però – ha concluso Sabatini – stabilire chi ci ha perso di più”.
