Il tecnico del Grifo ha ereditato la filosofia calcistica dal padre allenatore, che infatti conferma: “Ho sempre pensato che giocare bene aumenti le possibilità di vincere”.
È stato uno dei tecnici all’avanguardia del calcio italiano anni ’90. Francesco Oddo era ed è per quello che definisce “il buon gioco”. Nasce anche così il credo del figlio Massimo, pronto ad iniziare la nuova avventura alla guida del Perugia.
Oddo senior è stato intervistato da Il Centro per il legame con Pescara, la città diventata sua e del figlio Massimo. E spera che Delfino e Grifo sia protagonisti della prossima Serie B. C’è un consiglio per l’esordiente allenatore del Pescara, Luciano Zauri, vice di Massimo Oddo fino a due anni fa. “Gli dico solo di essere se stesso e di portare avanti le sue idee senza essere integralista”.
A Perugia il figlio si rimette in gioco dopo due esperienze negative a Udine e Crotone. “Massimo viene da due annate non buone – ha detto Francesco Oddo – e dovrà tornare in panchina in punta di piedi. Avrà la possibilità di guidare una squadra dall’inizio e di trasmettere i suoi concetti di gioco. Avrà la fortuna di poter allenare un club che non ha sofferenze dal punto di vista economico e potrà lavorare con serenità”.
Che poi è ciò che ha sempre trasmesso Francesco Oddo in panchina. E infatti usa le stesse parole del figlio Massimo (la presentazione a Perugia). “Ho sempre pensato che giocare bene aumenti le probabilità di vincere. Il gioco non deve essere fine a se stesso, l’efficacia è fondamentale. A me piace più parlare di ‘buon gioco’: significa puntare con convinzione sulle proprie idee anziché preoccuparsi esclusivamente degli avversari”.