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Bazzani: “A Perugia è andata male per mille motivi”

L’ex giocatore e secondo allenatore biancorosso ha parlato della scorsa stagione del Perugia in cui è stato calciatore a Il Posticipo: “la società scommetteva su giocatori che avevano fame e voglia di emergere”

Fabio Bazzani si è raccontato a Ilposticipo, tra la sua avventura sulla panchina del Grifo ed il suo periodo da calciatore biancorosso. L’attaccante infatti è esploso nel Perugia di Gaucci ed è tornato nella scorsa stagione in biancorosso come parte dello staff di Serse Cosmi. “E’ arrivata la prima chiamata di Serse quando allenavo in Serie D– ha detto Bazzani abbiamo lavorato insieme ad Ascoli, Venezia e Perugia in esperienze da subentranti“. Proprio sull’esperienza con il Grifo preferisce non esprimersi: “E’ andata come è andata e bisogna guardare avanti. Ci dispiace per come è finita ma ci sono mille motivi. Se un giorno ne vorrà parlare nei dettagli è giusto che lo faccia Serse. Ora è acqua passata”.

La sua collaborazione con Cosmi nasce da un ottimo rapporto che si è creato quando Bazzani è stato giocatore dell’uomo del fiume: “A volermi è stato più Serse che Gaucci. Ha convinto il presidente che era diffidente nel dare la maglia da titolare del Perugia ad un ragazzo che aveva in Serie A solo due presenze con il Venezia – ricorda l’attaccante – da allenatore per me è stato un enorme motivo di crescita. Da giocatore con lui ho fatto sempre bene perché c’era stima reciproca. Quando siamo stati entrambi in panchina, ho iniziato come buon consigliere per iniziare a ragionare col tempo come allenatore”

“Nel 2001-2002 siamo arrivati ottavi conquistando la qualificazione all’Intertoto che l’anno dopo il Perugia ha addirittura vinto. Non c’erano più Materazzi e Liverani, ma Dellas, Ze Maria, Blasi e Vryzas Bazzani racconta il suo Perugiala società scommetteva su giocatori che avevano fame e voglia di emergere. Alcuni dopo sono arrivati anche al top del calcio mondiale, altri hanno avuto delle buonissime carriere. C’erano gli esperti come Tedesco, Milanese e Sogliano e chi aveva fame come me, Grosso e Baiocco“.

Nel suo futuro Bazzani vede una carriera da allenatore con il desiderio di fare il primo: “Negli ultimi anni ho approfondito ciò che mi spiegavano gli allenatori ed ho iniziato a vedere le partite con occhio diverso. Solo quando vai dall’altra parte della barricata impari a ragionare da allenatore. Capisci quante volte avevano ragione i tuoi mister, ma tu ragionavi in maniera diversa. Un allenatore deve pensare giorno e notte a trenta teste e gestire la società”

 

 

 

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