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Dal Gambia a Perugia, la storia di fuga e speranza di Manneh

Il nuovo acquisto è arrivato in Italia a quindici anni con un’imbarcazione di speranza. Già allora aveva voglia di arrivare in alto

Un campo da calcio a volte può rappresentare la salvezza e attraverso un pallone un sogno può diventare realtà. Questa è la storia  di Kalifa Manneh, il nuovo acquisto biancorosso. Un ragazzo che deve compiere a settembre ventitré anni, cui la vita ha sorriso nel momento più buio. Tutto poteva finire prima ancora di iniziare. E’ anche lui un sopravvissuto dei viaggi nelle imbarcazioni della speranza che partono dall‘Africa. Aveva quindici anni quando, lui nativo del Gambia, fuggì dal suo continente. E la sua fortuna sono stati i ‘tutor’ che lo hanno accolto assumendone il ruolo genitoriale. Durante le partitelle insieme ai ragazzi dell’associazione ‘Accoglierete’  fece notare le sue qualità, fu così visionato dai talent scout del Catania. Altra grande fortuna per lui è stata quella di avere incontrato i lungimiranti responsabili del settore giovanile rossoblù.

Rimasero colpiti dalle sue doti. Sapeva benissimo da dove veniva e dove voleva arrivare. Colpivano gli occhi della tigre, la fame di chi vuole raggiungere i più alti livelli per dare un senso a quella fuga. Nel periodo catanese ha avuto allenatori importanti come Cristiano Lucarelli e Walter Novellino. Non aveva ancora compiuto la maggiore età quando Pino Rigoli lo vide nella Berretti e decise di farlo debuttare in prima squadra. Era un momento complicato per l’Elefantino dal punto di vista dei risultati e dopo l’esordio Manneh non riuscì a trovare continuità. Ma con la pazienza e la voglia di mettersi in gioco riuscì ad affermarsi e conquistare la piazza. Tra le sue doti una falcata importante, una buona struttura fisica ed un fiuto del gol da raffinare. Queste le caratteristiche che lo hanno contraddistinto negli anni a Catania tanto da fargli guadagnare anche la convocazione con il Gambia della stella Barrow. Tra gli addetti ai lavori c’è chi dice che sarebbe dovuto arrivare in Serie B già qualche anno fa. La chiamata per la grande occasione è arrivata dal Grifo. Sembra quasi un gioco del destino perché il simbolo del club biancorosso era presente anche nel nome del suo primo campo d’allenamento in Italia, nonché sua casa in quel periodo: il Village di Torre del Grifo (centro sportivo del Catania). Ora starà al ragazzo rispondere presente.

 

 

 

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