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Goretti e il sabato da ex: a Perugia da avversario dopo tre promozioni e quella retrocessione

La fine del rapporto tra il Grifo e l’attuale direttore sportivo del Cosenza è stata la sconfitta ai play out contro il Pescara

C’è un cordone invisibile che non si è mai staccato e lega Roberto Goretti a mamma Perugia. Lui, che come ricordano La Nazione e Il Corriere dell’Umbria oggi in edicola, ha legato la sua doppia carriera ai colori biancorossi. Il “Goro” ne ha scritte di pagine di storia del Grifo.

Nato a San Martino in Campo, è cresciuto nel settore giovanile biancorosso fino al debutto in prima squadra conquistando la Serie A da protagonista sotto la guida di Galeone. Da là è partita la sua carriera in cui ha vestito altre maglie importanti come quella del Napoli e quella del Bologna. A fine carriera è tornato ripartendo dalla D con il suo Perugia e tornando subito tra i pro.

La seconda vita, quella da dirigente, inizia in Umbria grazie a Massimiliano Santopadre. Otto anni totali, quattro play off in cinque anni di B. Il record di maggior giocatori portati dalla cadetteria in Nazionale e quello delle plusvalenze. Hanno vestito biancorosso calciatori ora protagonisti in A, come Mancini e Spinazzola, o nella seconda lega italiana, come Di Carmine, Cerri e Ricci. L’addio è stato tragico. Sia perché Roberto il Perugia lo aveva nel sangue, sia perché arrivato dopo la drammatica retrocessione in Serie C. Sabato tornerà al Curi da direttore sportivo del Cosenza. Il passato non si dimentica così facilmente: proverà un brivido lungo la schiena sentendo il boato di quei tifosi che per anni lo hanno tifato, prima da giocatore e poi da direttore. Si augura di ricevere una bella accoglienza come capitato a Frosinone a Marco Giannitti.

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