Il difensore ha riscoperto una vena realizzativa e un feeling con lo stadio: i numeri delle svolte nei bivi della sua carriera
A gennaio gli era stata tolta la fascia da capitano ed era stato messo fuori rosa. In estate si pensava alla sua cessione. Aleandro Rosi si è trovato due volte nel corso dell’ultimo anno davanti ad un bivio: lottare nelle difficoltà o mollare tutto. Con animo da guerriero ha scelto la prima, riprendendosi Perugia e dando un’impennata alla sua carriera partita da Roma.
Il difensore ha saputo guadagnarsi il posto da titolare, sfornare buone prestazioni e segnare gol importanti. Ora sembra aver trovato una nuova giovinezza e il feeling con il Curi è diventato elemento prezioso. Ci aveva messo quattro anni l’ultima volta che aveva battuto quattro volte un portiere avversario, tra Parma e Crotone, tra Serie A e Coppa Italia. Poi ne sono passati altri tre in bianco prima della rete contro l’Ascoli in Coppa Italia. La svolta è avvenuta proprio dopo il primo bivio del suo ultimo anno: quello di gennaio. Contro la Virtus Verona ha trovato la marcatura. Quell’esultanza con il bacio allo stemma è diventata immagine riproposta più volte in campo: contro il Ravenna, contro l’Ascoli e contro il Cosenza. Quattro in dieci partite per lui che non ha tra le priorità quella di andare in gol. E mentre riscopriva la sua vena realizzativa, ha segnato anche due volte al Curi al quarto anno a Perugia. La seconda svolta dopo il secondo bivio.
Nei social ha condiviso un post scrivendo: “La perfezione non esiste. Ma esiste il comportamento giusto che ti avvicina alla perfezione .
I risultati non vengono dal fare bene qualcosa ogni tanto, ma da un atteggiamento costruito nel tempo. Poi basta credere nel processo Contento per il gol. Arriverà quello che meritiamo”.