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Ecco Baldini, l’uomo dei sogni: ‘Grifo seguimi e tornerai in Serie A’

La presentazione del nuovo tecnico tra incredulità, entusiasmo e fiducia nel futuro: ‘Il presidente è come me, vuole inseguire il suo sogno e io non chiedo di meglio. Sinergie, rispetto dei ruoli, il Curi pieno e la conoscenza della propria anima per resistere alle prove del destino’

Perugia e il Perugia devono ricominciare a sognare. Come Giovanni Galeone nell’ormai lontanissimo 1995, Silvio Baldini ha portato il suo messaggio alla città, alla tifoseria e ala squadra in difficoltà, da lui rilevata nei bassifondi della classifica nel momento peggiore, dopo un derby perso e col morale a terra. E proprio come Galeone, il messaggio di Baldini è all’insegna del coraggio.

‘La cosa più bella – ha attaccato il nuovo condottiero -, al di là della grande tradizione calcistica di Perugia, è proprio il sogno di riportare il Perugia in serie A, il sogno di cui ha parlato il presidente. Ho accettato di venire per metà dell’ingaggio che avrei preso a Palermo ma ho detto di sì in dieci secondi. Vado in cerca di persone che inseguono i propri sogni e qui c’è il presidente Santopadre che lo fa, più fortuna di così… Poi si opererà nel rispetto dei ruoli, ci siamo chiariti, in piena sinergia. Il presidente farà il presidente, il direttore farà il direttore  e il sottoscritto l’allenatore. Se vengono mantenute queste sinergie, vi posso assicurare che il Perugia va in serie A. Se riportiamo la gente allo stadio, poi il Perugia spicca il volo. Il risultato non esiste, esiste la prestazione. Avremo momenti in cui il destino ci metterà alla prova e dovremo essere bravi a resistere, ma se non vengo a cercare di andare in serie A, cosa vengo a fare? La squadra è forte, ha giocatori bravi che non potranno perdere quando avranno capito di correre per un popolo, una città, una cultura, di portare emozioni in campo. Ma non è facile, perché la nostra società è dei furbi. Io ci metto la faccia e darò tutto’.

Un messaggio senza fronzoli e senza paura. Poi il tecnico è entrato anche in alcuni particolari di quella che sarà la sua gestione, non prima di avere ringraziato il collega uscente (‘Arrivo al posto di una persona per bene come Castori, ci siamo sentiti e scambiati parole di augurio. I giocatori non sono insensibili resta il rispetto e l’affetto ma si deve voltare pagina’). ‘Sono giovane nella testa ma fisicamente sento tutti i miei anni – ha continuato -. Però mi interessa vivere le emozioni. Se la B è cambiata? Il calcio è sempre lo stesso. Smisi di frequentarlo perché è pieno di ipocrisia, di persone che non ti apprezzano e ti mettono in discussione. A Carrara ho lavorato gratis per quattro anni e siamo arrivati alle soglie della B. Come un marinaio ha bisogno del mare, un alpinista delle montagne e un surfista delle onde, io ho bisogno del campo di calcio e dei giocatori. I soldi non mi interessano, lotteremo per il sogno e saremo pronti ad accettare quello che verrà’.

Quindi, sul campo e sul modulo. ‘Potrei non avere i giocatori adatti al mio 4-2-3-1? È molto semplice, chi ama il calcio non ha moduli. Sono andato a cena con Giannitti e il direttore mi ha spiegato che questa squadra è stata costruita per il 3-5-2 oppure il 3-4-1-2, non c’è problema, io li ho fatti tutti e non ci si può certo limitare a una idea sola. Gli sherpa non hanno piccozza e scarponi ma arrivano comunque in cima. Noi non abbiamo gli attrezzi ma ci arriveremo perché conosciamo l’anima della montagna, come loro, abbiamo la conoscenza di chi siamo. A Palermo quando sono arrivato c’erano 3.000 spettatori, sono andato via che ce n’erano 40.000 e guardate che in molte occasioni ci hanno aiutato a vincere loro, come quando contro l’Entella eravamo sotto di due gol e abbiamo rimontato in cinque minuti. Quando c’è la magia del pubblico i giocatori vanno tre volte di più, vedrete che se al Curi ci saranno 30.000 spettatori vorrà dire che saremo in serie A’.

E ancora sulla figura del mental coach da lui introdotta: ‘La società ci propone modelli fallimentari, tutti vogliono diventare calciatori e veline ed è normale che i nostri ragazzi poi siano spaesati. Io ai giocatori dico: se fai così possiamo battere la Juventus. Loro mi chiedono: ma mister, siamo in serie B e siamo in difficoltà… Ci vuole l’anima, aiutarsi a vicenda, il coraggio e poi possiamo giocare e battere chiunque, in campo dobbiamo imparare a rubare il tempo e lo spazio agli avversari e tutto sarà possibile. Mi rifaccio a Pitagora? Il campo è un rettangolo, per calcolarne la superficie serve un lavoro matematico, è lungo 100 × 50 e queste misure un professionista deve conoscere se vuole avere una idea di gioco’.

Eccolo Baldini. ‘Sono una persona normale, di cultura mediocre ma fortunato perché innamorato della vita. Mi ha colpito il mio saluto ad una tifosa in carrozzina? Rispondo solo che alla mia principessa ho dato un bacio e che sono loro che aiutano me. Il presidente è la persona più importante della società, non perché mette i soldi, perché deve inseguire il suo sogno e se lo fa poi lo trasmette al direttore, a me, a tutti. Vedrete che il destino ci metterà alla prova, arriveranno momenti che metteranno in dubbio quello che staremo facendo durante il cammino, a volte essere soli è dura ma io lo esorto a non mollare perché se non molla andiamo in serie A. A Palermo facemmo tre pareggi di fila contro squadre di bassa classifica e venne giù il mondo, poi abbiamo tenuto duro e sono arrivate 10 vittorie su 13 e la promozione…’ .

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