Sestri Levante è un nome che calcisticamente parlando ai perugini dice poco o nulla. Naturale, mai nella storia il Perugia aveva incrociato la sua strada con quella del piccolo club ligure, affacciatosi solo di recente al calcio che conta, che domenica (ore 18,30) farà visita al Curi. Dove l’incrocio emozionale di rilievo c’è però per il tecnico biancorosso Francesco Baldini, che – si può ben dire – del Sestri Levante ha fatto la storia. Ne parla Il Messaggero dell’Umbria nel suo approfondimento odierno.
Il riferimento è per la stagione 2014-2015, quando si affacciava per la prima volta al calcio professionistico da allenatore dopo avere lavorato nelle giovanili del Bologna. A Sestri i tifosi accolsero bene quel giovane, spregiudicato allenatore dalle idee zemaniane che era stato per tre anni capitano del Genoa. Ma mai, probabilmente, avrebbero immaginato che il suo Sestri, partito per fare una comparsata in Serie D, sarebbe arrivato alla prima, storica promozione in Lega Pro e nel calcio professionistico dopo una cavalcata incredibile. La rimonta sulla capolista Cuneo, che ad un certo punto aveva 15 punti di vantaggio, fu entusiasmante perché arrivo dopo 9 pareggi consecutivi attraverso la bellezza di 15 vittorie in fila. E magari questa potrebbe essere un’interessante indicazione per chi si arrovella dopo i recenti pareggi del Perugia.
Nonostante la clamorosa rimonta, il Sestri chiuse il torneo al secondo posto con 1 solo punto di distacco e fu quindi condannato alla proibitiva lotteria dei playoff nazionali. Che invece tritò letteralmente avversario dopo avversario (inclusi quelli di blasone come il Taranto) fino ad arrivare a vincere la finale a Foligno contro il Monopoli. Inutilmente. Già, perché il presidente Stefano Risaliti, che ancora oggi con Baldini conserva un rapporto di profonda amicizia, aveva già annunciato con onestà di non avere la forza economica per affrontare la Lega Pro, forza che avrebbe trovato in seguito grazie all’avvento di un socio.
In quel Sestri Levante non c’erano certo giocatori di nome, a parte forse il solo Marco Firenze, che aveva smesso di giocare e Baldini convinse a lasciare la ferramenta del padre (quella stagione gli valse un quadriennale a Crotone), poi il bomber da 20 gol Cristian Longobardi, l’ex grifone Rodrigo Boisfer davanti alla difesa, l’attuale portiere del Pontedera Stancampiano, il centrale Filippo Lorenzini oggi al Catania. La più grande soddisfazione di Baldini e del suo secondo Mularoni, oggi a Perugia con lui (i due si dovettero sobbarcare la preparazione atletica, non avendo un preparatore nei ranghi) fu l’avere iniziato con 30 tifosi al seguito e chiuso la stagione con lo stadio piano. Differenze di blasone a parte, a Perugia c’è da compiere un percorso molto, molto simile. Se qualcuno può farcela, quello è proprio lui, Francesco Baldini.