Sei persone sono a processo per estorsione ed usura nei confronti di Leonardo Covarelli. I fatti risalgono agli anni successivi alla esperienza dell’imprenditore perugino alla guida del club.
L’ex patron del Perugia, Leonardo Covarelli, dopo la gestione travagliatissima a Pian di Massiano, finita con il crac del maggio 2010, si è trovato di fronte a prestiti tassi iperbolici. In un caso oltre il 45 per cento. Per 4.000 euro l’imprenditore perugino liquidò i suoi creditori con un assegno di 9.000 euro nel giro di pochissimi giorni. Oltre a questo ci sono anche ricatti e minacce.
Ecco ciò che sta emergendo nel processo, in corso a Perugia, con 6 imputati accusati di estorsione ed usura nei confronti dell’ex presidente del Grifo, già coinvolto in indagini della Dda poi risoltasi con l’archiviazione dell’accusa di riciclaggio. La ricostruzione è de larena.it.
I fatti di usura ed estorsione si sono verificati tra il luglio 2011 e il marzo 2012 tra Perugia e Firenze. Uno degli imputati avrebbe collaborato con altre due persone nel creare la provvista di soldi da consegnare a Covarelli. Si parla di quattro crediti pari ad un importo di 73.000 euro. Cifre corrisposte a Covarelli con interessi pagati dall’imprenditore fino a 45.000 euro con assegni consegnati nei quattro diversi episodi verificatisi nel perugino e citati nella richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo la ricostruzione accusatoria, per l’ex presidente del Perugia c’è stata una vera e propria escalation di richieste da parte dei creditori, accompagnate anche da minacce di violenze da parte di due fratelli albanesi, finanziatori del prestito. In una occasione gli imputati avrebbero preteso il doppio dei 40.000 euro prestati a Covarelli, ossia 80.000 al posto dei 56.000 richiesti in un primo momento. La sentenza del processo è attesa nel 2019.