I quotidiani locali in edicola mettono in evidenza la differenza tra il rendimento casalingo e quello esterno dei grifoni, attesi a tre partite consecutive in una settimana e a cinque gare su sette, tutte lontano dal Curi
Sette partite alla fine del campionato (sei per la concorrenza) e cinque sono trasferte. Di più: tutte e tre le prossime partite che vedranno impegnato il Perugia saranno in trasferta e racchiuse nel giro di soli sette giorni, fatto probabilmente del tutto inedito nella storia biancorossa. Scherzi del calendario nell’anno del Covid, che prevede il recupero di Fermo esattamente tra la trasferta di Imola e quella di Verona in casa Virtus. E Per il Perugia non è, almeno in apparenza, una buona notizia.
Nell’approfondimento dei quotidiani locali in edicola (La Nazione, Il Messaggero) si mette in evidenza il fatto che dei 60 punti raccolti sinora dai grifoni, ben 40 sono stati conquistati in casa, dove il Perugia non ha rivali, e solo 20 in campo esterno, dove il Perugia ha appena l’ottavo rendimento del girone, con la media punti di 1,4. Senza spettatori e implicazioni ambientali di sorta, l’unica spiegazione possibile riguarda la confidenza con le misure e le caratteristiche dei terreni di gioco che inevitabilmente si perdono lontano da casa, quando i grifoni si trovano a disputare partite su campi stretti, piccoli e spesso irregolari.
Ai grifoni si richiede un brusco cambio di rotta nel rendimento esterno, unica chance per avere la possibilità di riacchiappare il Padova attualmente in fuga in caso di uno o più passi falsi dei biancoscudati, oppure per conquistare i playoff nella migliore posizione possibile.