Il centrocampista di San Mariano è l’unico 17enne stabilmente in Serie B e il debutto con la squadra di Nesta sembra imminente.
L’anno zero del Grifo è fondato sull’attaccamento ai colori biancorossi. Da qui le operazioni estive, fra le tante, legate ai ritorni di due perugini d’adozione come Moscati per il centrocampo e Giovanni Pagliari per la Primavera (che ha esordito oggi, battuta dall’Ascoli). Il prossimo step è portare un perugino nel calcio che conta dopo tutta la trafila giovanile. È la “mission” del dittì Goretti raccontata oggi sulle pagine de Il Messaggero. Di esempi illustri ce ne sono tantissimi, tutti però lontani. L’ultimo è stato Fabio Gatti, che esordì in A (2000-01) con Cosmi. Da allora, più nulla.
Ora tocca a Filippo Ranocchia, nato il 14 maggio 2001, appena 17 anni, nato e residente a San Mariano di Corciano, omonimo di Andrea, granatiere perugino dell’Inter, ma per nulla imparentato. Goretti lo ha scoperto e portato in biancorosso per farne il primo nativo del capoluogo affermato con la società dell’era Santopadre. In estate Ranocchia ha firmato un triennale. La sua storia parte dal Monte Malbe di Cenci, passa per l’invenzione di Fuscagni che lo mise davanti alla difesa fino alla prima squadra con Breda e con Nesta. E’ l’unico diciassettenne stabilmente in Serie B e il debutto sembra vicino.