L’ex difensore del Grifo, ancora nel cuore dei tifosi, ricorda l’esperienza in Umbria e l’incontro con Materazzi.
“Prima di trasferirmi a Firenze ero un po’ titubante – racconta Gianluca Mancini a SiamolaRoma.it – mi ricordo una sera piena di dubbi, non volevo allontanarmi dai miei amici. Poi la mattina dopo dissi a mia madre che avevo scelto di fare questa esperienza. I miei genitori non mi hanno mai fatto pressione e mi hanno sempre permesso di scegliere. Nelle giovanili ho provato tutti i ruoli, come è giusto che sia. Dal primo anno di Primavera mi hanno spostato in difesa e non mi sono più mosso: quella è stata la mia fortuna”.
“Quella di Perugia è stata un’esperienza fondamentale: il primo passo da un settore giovanile a un campionato di professionisti, con gente più grande di me e tanta esperienza sulle spalle, per la prima volta lontano da casa. Ero abituato a stare sempre vicino alla mia famiglia, con amici, fidanzata e famiglia, quando mi sono ritrovato all’improvviso lontano da loro: non mi sentivo a mio agio. Tutto questo, però, mi ha fatto crescere. Ho capito com’è il calcio dei professionisti ed è stata una bella esperienza. In panchina c’era Pierpaolo Bisoli, che mi ha insegnato tante cose. All’inizio non giocavo, ero giovane e gli allenatori devono essere bravi a non bruciarti. A gennaio c’era la possibilità di andare in prestito ma io scelsi di restare lì, concludendo l’anno con quattordici presenze”.
“Lì ho conosciuto il mio idolo Materazzi. Uno dei miei tatuaggi è legato a lui e un massaggiatore del Perugia quando lo scoprì gli inviò una foto. Marco gli rispose e promise di incontrarmi una volta tornato lì e così è stato. Il 23 della mia maglia è dedicato sia a lui sia al giorno in cui mi sono fidanzato con la mia compagna“.