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E ora in Europa c’è un’Italia che corre

Il blitz azzurro in Finlandia (2-1), settima vittoria consecutiva, certifica la crescita esponenziale e repentina della Nazionale, un’ascesa firmata dal ‘Re Mida’ Mancini. Difesa con Acerbi e Izzo, centrocampo con Sensi, attacco con Immobile e Belotti: quel che il Ct tocca diventa oro…

C’è un’Italia che rispetto all’ultimo ‘governo’ ha ridotto lo spread che la divideva dalle migliori, ha dato spazio a forze giovani e nuove grazie alle quali sta per entrare entusiasticamente in Europa. E’ l’Italia di Roberto Mancini, che in Finlandia ha raccolto la settima vittoria consecutiva, sesta nelle qualificazioni europee (migliorato il record, ora nelle strisce vincenti della storia azzurra Mancini è secondo solo a Vittorio Pozzo…), ipotecando il pass per Euro 2020. Per averlo basterà vincere il 12 ottobre a Roma contro la Grecia.

Non che in Finlandia sia stato facile, tutt’altro. Lo testimonia il fatto che gli azzurri hanno vinto rimediando nel finale ad un errore piuttosto ingenuo da parte di Sensi che ha dato il ‘la’ al pareggio finlandese. Il gol della vittoria è arrivato su calcio di rigore che in effetti non c’era per un fallo di mani di Vaisanen che in realtà teneva il gomito vicino al corpo. Un regalo, insomma. Mentre gli azzurri abbassandosi troppo dopo il vantaggio avevano a loro volta regalato campo e fiato agli avversari. Tant’è, al Tampere Stadion l’Italia ha comunque meritato senza se e senza ma, in virtù di una prestazione superiore rispetto ai finlandesi, avversari che siamo abituati a battere sempre, pure forti di una preparazione fisica del momento superiore ma nonostante questo messi sotto dall’inizio alla fine. E dire che Pukki e compagni in avvio hanno fatto di tutto per irretire la manovra azzurra, che poteva accusare lo stiramento di Emerson Palmieri ma che con l’ingresso di Florenzi è riuscita invece a cambiare l’ordine degli addendi senza intaccare il risultato.

Equilibrio, geometrie, velocità: in questa Italia giovane e piena di energie chi gioca gioca, la manovra è sempre frizzante e ispirata. Nel primo tempo a tenere alta la bandiera azzurra stato soprattutto Sensi, calato alla distanza fino all’ingenuità del rigore, oltre ad un Pellegrini sempre più duttile e positivo anche nella versione-attack, un Barella protagonista di un finale importante, uno Jorginho dinamico e via discorrendo. Mentre in difesa, oltre alla più che positiva prova di Izzo da laterale, è stata confermata la regola-Bonucci: Romagnoli, Chiellini, adesso Acerbi, vicino a lui chiunque diventa grande.

Ma dalla settimana azzurra è arrivato anche un altro responso importante, forse il più importante: a questa Italia mancava un centravanti. Fatto sta che ora Mancini pare averne trovati addirittura due: ha rispolverato Immobile che – ispirato da Chiesa – ha ritrovato il gol dopo due anni di astinenza; ha finalmente lanciato il Gallo Belotti nel firmamento delle stelle. All’Italia dei grandi passi avanti manca ancora un Messi, un Ronaldo, un Maradona? Sì, forse è vero, ma all’Europeo l’Italia del Mancio arriverà con una squadra completa, non è poco. Perché in Europa ora c’è un’Italia che corre. A Conte, non il Conte ex Ct che oggi occupa la panchina dell’Inter, magari fischieranno le orecchie.

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