L’esterno biancorosso svela le proprie passioni, il rapporto speciale con Falzerano e il taglio di capelli di Angella
“Sto a casa e cerco di mantenere la condizione allenandomi. E poi guardo qualche film. La mia ragazza sta a Napoli e non possiamo vederci”. Pasquale Mazzocchi parla dalla sua casa di Perugia, con il pallone fermo per l’emergenza sanitaria globale. “La situazione è abbastanza critica – spiega l’esterno napoletano del Grifo -, lo sport passa in secondo piano, conta la salute. Siamo entrati nel tunnel e non vedo luce. Speriamo di uscirne quanto prima”.
Nel calcio di Mazzocchi ci sono un’infinità di sfaccettature in cui il pallone è un filo conduttore. Lo stop del campionato è l’occasione per conoscere meglio uno dei personaggi più eclettici dello spogliatoio biancorosso. La fede, l’amicizia e il sacrificio: ecco i valori che trasmette il numero 7 del Grifo. Insieme alle passioni per la musica napoletana, i tatuaggi e le forbici da parrucchiere.
“Mi diverto a fare i capelli ai compagni, qualcuno si prenota. Il mio lavoro migliore? Il taglio di Angella, un mio cliente fisso”. Pasquale riavvolge il nastro. “Nei vicoli di Napoli tutti i bambini giocano a calcio e magari arriva qualcuno che ti dice che sei bravino e devi continuare. Così ho preso la mia strada”. Poi il settore giovanile del Benevento fino al professionismo. La scalata con il Parma e, nell’estate 2018, l’arrivo a Perugia con contratto quadriennale. “Nasco esterno d’attacco, ora sono diventato terzino ma il quinto nel 3-5-2 è il ruolo che esalta meglio le mie caratteristiche”.
La stagione è andata in stand-by proprio quando Mazzocchi aveva trovato il primo gol in Serie B, contro la Salernitana. Da tre punti. “E’ stata una grandissima emozione sia a livello personale che per la squadra perché stavamo attraversando un momento difficile e la vittoria ci avrebbe permesso di uscire dalla crisi. Sfortunatamente ora si è bloccato tutto”.
L’esterno biancorosso ha tante ‘firme’ sul proprio corpo, compreso una tatuaggio che raffigura Gesù e prende tutta la schiena. “È stato criticato da molti ma ho tanta fede e vado oltre certe cose. Devo ringraziare Valentino Russo di Grosseto, un artista fortissimo”. E poi c’è l’amicizia con Falzerano. “Voglio bene a Marcello come agli altri compagni, è normale che nello spogliatoio si trova l’amico da portare a cena. Quando si sta bene l’intesa è maggiore anche in campo”. Come in un duetto musicale. “Canto le canzoni neomelodiche napoletane, ho sempre sognato di fare un pezzo con Falzerano al pianoforte – sorride – ma lui non ne vuole parlare”. Mazzocchi, a 24 anni, tiene ancora dentro lo spirito degli inizi. “Sì – dice – sono uno scugnizzo, un po’ come un ‘frego’ a Perugia…”.
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