Arriva il comunicato ufficiale: finché non si riprende a giocare i calciatori non prenderanno stipendi.
All’unanimità, la Lega ha deliberato una comune linea di indirizzo per contenere l’importo rappresentato dagli emolumenti dei tesserati, che si tradurrà nella mancata corresponsione della retribuzione durante il periodo di inattività. In caso di ripresa del campionato, invece, sarà deciso un taglio più o meno grande, a seconda della situazione.
In funzione dell’attuale situazione di crisi, le società hanno inoltre manifestato l’esigenza di procedere ad una profonda revisione dei costi, anche in ottica prospettica. Il tutto sempre nell’ambito dell’autonomia di trattativa e di accordo che le società hanno con i propri tesserati.
“Le iniziative – informa la nota – sono state prese per porre un argine alle gravi conseguenze che questa emergenza certamente comporterà nel futuro, al fine di preservare la sopravvivenza del sistema calcistico a tutela dei posti di lavoro, attesa la gravità della crisi che mina la stessa sopravvivenza di tutte le imprese legate al mondo del calcio“.
Inoltre, in funzione della evoluzione della situazione di mercato determinata dalla dimensione e dalla profondità dell’attuale crisi, la Lega di Serie B ha deliberato di promuovere una rivisitazione delle relazioni intercorrenti con le altre leghe e con la federazione oltre che dei rapporti con le altre associazioni rappresentate in Consiglio Federale, nell’intento di stabilizzare il movimento dal punto di vista della sua sostenibilità economica.