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Ripartenza & prestiti, il Perugia in ansia: rischia di perdere sette giocatori

I quotidiani locali annunciano che con la probabile ripartenza dei campionati gli accordi sono tutti da rifare e il Grifo non vede la luce. In bilico le prestazioni per altri due mesi di Iemmello, Falcinelli, Vicario, Benzar, Carraro, Capone e Nicolussi: urge una norma ‘ad hoc’

Sono tanti i problemi della ripartenza del Calcio, ancora tutta da mettere in campo in attesa che il 28 il Governo italiano dia il responso definitivo. Tra questi ce n’è uno portato a galla dai quotidiani locali stamattina in edicola, La Nazione, Il Messaggero e Il Corriere dell’Umbria – che tocca il Perugia in particolar modo. E’ quello dei contratti dei calciatori in scadenza il 30 giugno, che riguarda anche i prestiti di cui tutti i club, specialmente in Serie B, usufruiscono abitualmente in maniera cospicua.

Il Perugia è particolarmente toccato dall’argomento visto che di prestiti ne ha sette (sarebbero nove, ma Fernandes è rimasto a curarsi in Spagna e Fulignati ha un accordo biennale), in virtù di una politica societaria che negli ultimi anni ha virato verso la creazione di un gruppo di giocatori di proprietà. Il fatto è che tra questi sette elementi c’è in pratica la spina dorsale della squadra, ci sono alcuni degli elementi di spicco e di cui sarebbe veramente difficile fare a meno: si tratta di Vicario, Nicolussi Caviglia, Carraro, Capone, Benzar, il capocannoniere del campionato Iemmello e il suo partner d’attacco Falcinelli.

L’empasse: è stato deciso in sede di Consiglio Federale che in caso di ripartenza i contratti dei giocatori di proprietà verranno tutti estesi al 31 agosto mentre per i prestiti si renderanno necessarie delle trattative private. Il fatto è che chi non dovesse trovare l’accordo non scenderà in campo fino al 1 settembre, giorno fissato per l’inizio della prossima stagione, anche perché non avrà l’assicurazione. Ma poi la domanda sorge spontanea: con chi dovrà trovarlo l’accordo il giocatore? Con il club di appartenenza? Impossibile pensare che l’Atalanta possa pagare due mesi di stipendio a Carraro per farlo giocare nel Perugia. Con il club che usufruisce del prestito? Equivarrebbe a far diventare l’anno di prestito di 14 mesi allungando di conseguenza anche il numero degli stipendi. Impensabile per chi in questi giorni combatte con pressanti problemi di bilancio, mentre anche l’idea di comprimere in 10 mesi gli stipendi della stagione 2020-2021 a livello amministrativo fa acqua da tutte le parti. In teoria i giocatori, se nessuno li pagherà, potrebbero decidere di non rinnovare o di non giocare. Tra l’altro, inevitabilmente, l’Assocalciatori è in movimento.

Il problema naturalmente riguarda tutti i club dei campionati professionistici, non soltanto il Perugia, il rischio che tutti perdano pezzi importanti è concreto e dunque urge una norma ‘ad hoc’ che con ogni probabilità dovrà però arrivare dal Governo, trattandosi di materia di diritto del lavoro. Resta da dire che allo stato attuale il Perugia dovrebbe affrontare l’eventuale ‘tour de force’ delle dieci partite in meno di due mesi con appena una quindicina di elementi in organico. E c’è da scommettere che Cosmi non farebbe salti di gioia.

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