L’ex dirigente biancorosso racconta all’edizione umbra de “La Nazione” i retroscena dell’appuntamento a Fiano Romano con il presidente Santopadre
«Per chiarezza, visto che si fa il mio nome in giro a Perugia, una piazza che ho vissuto da protagonista per tantissimi anni, voglio raccontare la verità su quanto è accaduto…». Alessandro Gaucci sente il bisogno di spiegare quello che è successo venerdì a Fiano Romano, negli uffici del presidente Massimiliano Santopadre, quando emissari di una finanziaria italo-maltese hanno sondato la possibilità di acquistare il Perugia. E lo fa all’edizione umbra de La Nazione. «Sono otto anni che sono lontano dall’Italia – racconta Alessandro Gaucci – tempo fa quindi chiamai il presidente Santopadre perché illustrasse la situazione a un gruppo di imprenditori intenzionato ad investire nel nostro calcio. Santopadre, del quale io ho stima, li avrebbe potuti aiutare a capire come era la situazione del campionato che io non vivo ormai da anni».
Gaucci, ma in quell’occasione è stata chiesta anche la possibilità di acquistare il Perugia… «Sì, tra le altre cose, ma lui ha detto chiaramente che il Perugia non è in vendita».
Quindi non è Gaucci interessato al Grifo…
«Io non compro il Perugia, io ho fatto solo da tramite. Con questo gruppo, inoltre, io non ho mai preso accordi, loro mi hanno chiesto se io fossi interessato eventualmente a seguire la gestione tecnica. Ma era solo un’ipotesi e non abbiamo mai parlato di cifre».