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Grifo, Goretti saluta Perugia: “Non si giudica un quattrocentista dagli ultimi venti metri”

 Ha aperto con un lungo ringraziamento per tutti, per poi rispondere alle domande dei giornalisti. “Sognavo di finire festeggiando in corso Vannucci, saluto dopo aver lasciato lo stadio tra gli insulti. Rispetto e ringrazio i tifosi, ed in questi momenti le loro sono parole giuste”

Una conferenza stampa per salutare la sua Perugia. Roberto Goretti lascia per la quarta volta (dopo le tre da giocatore) il Grifo. Una scelta fatta per amore da chi ha l’artiglio nel cuore e per quella ferita insanabile chiamata Serie C che, al di là di torti o ragioni, ha portato ad una rivoluzione nei ruoli societari. Otto anni culminati nel peggiori dei modi, con una tragica retrocessione che è costata l’incarico al Dt nonostante l’anno di contratto ancora in essere. Ma otto stagioni anche ricche di traguardi: dai giocatori lanciati che oggi militano nelle grandi di Serie A (vedi Conti e Politano) ai buoni piazzamenti in classifica (vedi i playoff disputati). Nella conferenza di addio c’è questo e molto altro.

Il suo saluto e ringraziamento a tutti iniziale:

Volevo fare un piccolo e dovuto ringraziamento al presidente Santopadre che mi ha dato questa grande opportunità di lavorare nella squadra della mia città. E’ stato il primo a credere a me, mi ha sempre accompagnato e sostenuto anche nei momenti di difficoltà. E’ stato un rapporto buono e vero, fatto di momenti di pura condivisione ma anche di contrasti sempre in modo civile ed onesto. Voglio ringraziare i tifosi che  da giocatore, responsabile del settore giovanile e dt mi hanno sempre sostenuto, incoraggiato, spinto e giustamente mandato a quel paese in questi ultimi giorni. So l’amore folle che hanno per questa maglia. In questo momento è giusto accettare certe parole, ma  li voglio ringraziare per le emozioni che mi hanno dato. Vedevo nella loro gioia la mia, vedo nel loro dolore il mio. Ringrazio gli allenatori ed i calciatori passati a Perugia. Ho ricevuto bei messaggi da tanti di quei ragazzi. Ringrazio la stampa perché con me sono stati bravi. Sono un po’ un orso, non sono molto bravo a comunicare e non amo il telefonino. Li ringrazio per avermi accettato, nonostante una mia collaborazione non straordinaria nei loro confronti per cui mi scuso. Infine un saluto ai miei compagni di viaggio con cui ho condiviso moltissime giornate ed è nata una fratellanza. Quelli che formano il Perugia calcio e lo mandano avanti tutti i giorni, vivono il Perugia in maniera positiva. Fisioterapisti, dottori, ragazzi del marketing, della comunicazione, segretari e segretarie. Sono stati molto importanti. Vedevo nei loro occhi la fiducia nel mio folle ottimismo e mi ha dato coraggio per fare cose rischiose. Credo che siano quelli che mi abbiano conosciuto veramente.”

 

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