Il club biancorosso sfiora i 9 milioni di euro nel costo potenziale dei cartellini ed ha messo a bilancio 6,5-7 milioni per la gestione, svettando su Padova e Triestina. Ma per vincere la C servono altri elementi imprescindibili
Il calcio non è solo questione di budget, altrimenti una notizia come quella che segue rischierebbe di prendere il sapore della provocazione, all’indomani di un 5-1 al passivo in casa del Mantova, seconda sconfitta alla quarta giornata, e soprattutto di una cocente retrocessione dalla serie B. Ma il messaggio del direttore sportivo Gianluca Comotto, che martedì ha tenuto tra le altre cose a rivendicare il budget più alto del girone B e tra i più elevati della categoria, non è stato certo buttato lì a caso.
Perchè il Perugia, che l’anno precedente in B aveva fallito riuscendo a retrocedere proprio nella stagione in cui ha registrato un fatturato record (18 milioni di euro) per tentare la scalata alla serie A, ha comunque messo sul piatto della serie C qualcosa come 6,5-7 milioni di euro per la gestione. Roba che in terza serie ben pochi (il Bari) possono permettersi. Mentre anche il valore della rosa dei grifoni, costruita tramite un mix di conferme tra i giocatori retrocessi dal campionato cadetto e alcuni tra gli elementi più quotati della categoria, è (dati Transfermarkt) il più alto di tutti: 8,75 milioni di euro complessivi con 25 giocatori in rosa. A fronte dei 6,8 milioni con 28 giocatori del Padova ed ai 6,38 milioni con 29 della Triestina, rispettivamente secondi e terzi.
Non solo, perché del Perugia è anche l’elemento più caro, potenzialmente, dell’intera categoria: il centrocampista rumeno Vlad Dragomir, il cui cartellino viene valutato 1,3 milioni di euro. Ora, la partenza a rilento dimostra che nel calcio il valore potenziale difficilmente trova riscontri sul campo, soprattutto in terza serie quando non è accompagnato dalla corsa, dalla cattiveria sportiva, dall’abnegazione, dalla capacità di fare gruppo. In una parola: dalla mentalità vincente. Quella al mercato non si compra.
E però, dall’essere una corazzata al farsi schiantare senza se e senza da una neopromossa (valore della rosa del Mantova: 3,65 milioni con 31 giocatori), ce ne corre. E’ evidente che il Perugia è in forte ritardo. Nella condizione atletica (è vero che i primi due gol sono arrivati nei primi 10′, è altrettanto vero che per tutta la partita i grifoni hanno continuato ad arrivare secondi sul pallone), nell’apprendimento dei dettami del tecnico, nella creazione del gruppo e della mentalità. Così come anche l’aura di negatività che pervade l’ambiente e di conseguenza i giocatori ormai da mesi, è sicuramente un altro elemento determinante di queste giornate nere. Quella solo i risultati raggiunti con determinazione feroce, isolandosi da tutto e da tutti, possono debellarla. E i grifoni non hanno altra possibilità che percorrere quella strada.