
L’ala destra del Perugia dei miracoli: “Renato non avrebbe dovuto giocare quella partita. Gli diedero un antidolorifico per farlo stare in campo”
Forte la testimonianza di chi quel giorno era in campo. A molti a Perugia quanto successo ad Eriksen nel corso di Danimarca-Finlandia ha ricordato la tristissima scomparsa di Renato Curi. Alle dichiarazioni della figlia si sono aggiunte quelle dei compagni dell’epoca. Salvatore Bagni, ala destra del Perugia dei miracoli, era arrivato al Grifo nel 1997 dopo gli anni in Serie D a Carpi. Un mese dopo il suo debutto in biancorosso si è trovato a vivere una delle pagine più tristi della storia biancorossa: la morte di Curi.
“C’era una pioggia torrenziale – racconta Bagni a Radio Marte – Abbiamo visto accasciarsi Renato Curi e sono arrivati dottori e massaggiatori. Quando lo portarono fuori dal campo non era cosciente, credevo fosse svenuto e basta. Non pensavamo che rientrando nello spogliatoio ci dessero la tristissima notizia. Abbiamo subito capito che la situazione fosse grave, ma eravamo meno preparati rispetto a quanto si è visto l’altro giorni agli Europei”. Parole forti che dimostrano ancora una volta come sia necessario investire in corsi di formazione di primo soccorso per i calciatori per evitare che possano ripetersi questi eventi. L’attaccante ha spiegato anche con quali emozioni si riprendono queste partite, tema molto dibattuto negli ultimi giorni con diverse persone che affermano che Danimarca-Finlandia andasse recuperata più avanti: “Noi continuammo a giocare quella partita che era inutile, oltre lo 0-0 non si poteva andare. La settimana dopo andammo a Napoli segnai il mio primo gol ma perdemmo 3-2, dopo aver subito tre gol nel primo tempo. Non c’eravamo con la testa”. Infine, le spiegazioni di quanto accaduto allo storico numero otto biancorosso: “Tutto è casuale: lui non doveva giocare, gli diedero un antidolorifico per farlo stare in campo”.
