Nostra intervista con Massimiliano Rossi, che ricopre un ruolo delicato e importante nella dirigenza del Perugia, quella di delegato ai rapporti con i supporters: ‘Ripartire con gli spalti vuoti non ha alcun senso. Con gli ultrà un rapporto fondato sulla fiducia e il rispetto dei ruoli, con società e giocatori… sono di parte’
Si chiama Massimiliano Rossi, è perugino ed ha 53 anni. Nel Perugia è lo Slo (Supporter Liaison Officer), ovvero il delegato ai rapporti con la tifoseria, un ruolo che in Italia tutte le società hanno adottato dal 2015. In questi giorni anche lui si ritrova recluso in famiglia in attesa di una eventuale ripartenza. ‘Ogni tanto vado in sede a verificare la struttura – dice -, ritirare la posta eccetera. Il mio è un ruolo delicato, ma nella mediazione sono facilitato dal fatto di essere perugino e di avere un passato in curva Nord, che mi ha aiutato perché venisse superata un po’ di naturale diffidenza. Negli anni con i gruppi ultrà del Perugia si è sviluppato un rapporto di fiducia reciproca. Con i tifosi sono in contatto continuo, sanno che con me possono confrontarsi in qualsiasi momento. E se ormai al Curi andiamo quasi in automatico, in trasferta gli ostacoli sono molteplici’.
L’assurdo è che se il calcio ripartirà, lo farà senza tifosi. ‘E il calcio senza tifosi non ha senso – è la risposta -, lo dimostra la partita a porte chiuse con la Salernitana in un’atmosfera surreale. Purtroppo prevedo che i tempi per il ritorno alla normalità saranno abbastanza lunghi. In ogni caso in questo momento avverto una certa ritrosia dei supporter a parlare di calcio, ci sono altre priorità e c’è da capirlo. Perugia è tranquilla, specie leggendo le cronache di altre piazze. Qui non si va al di là del calcio. Poi ci sono tante teste ed è sempre difficile mettere tutti d’accordo, ma credo sia fondamentale il rispetto reciproco dei ruoli tra me e i rappresentanti del tifo’.
La sua figura al giorno d’oggi è determinante. Mediatore è persino riduttivo: Massimiliano è un autentico punto di riferimento super partes. ‘Rispetto al passato i ragazzi si sentono super oppressi, quasi in gabbia – spiega -. Le normative del Ministero dell’Interno che vengono messe in atto tramite l’Osservatorio del Viminale sono stringenti. E mi piace sottolineare come i gruppi della Nord siano molto attivi nel sociale, ormai sono proverbiali le loro iniziative solidali. In questo momento di emergenza-virus, gli Ingrifati si adoperano nella distribuzione dei pacchi alimentari alla popolazione, la Brigata ha consegnato mille mascherine al carcere di Capanne’.
Autentico confidente dei giocatori (‘ormai vivo in simbiosi con la squadra, non chiedetemi di sbilanciarmi a livello tecnico perchè non riuscirei a non essere di parte, sono troppo coinvolto’), Massimiliano Rossi gode della piena fiducia anche del presidente Santopadre. ‘Il presidente nel mio ruolo mi lascia ampio margine di movimento e dimostra grande fiducia – dice -. Non posso che ringraziarlo, considerando che si tratta di uno dei pochi presidenti che hanno compreso da subito la valenza del ruolo dello Slo nel calcio di oggi. Devo molto anche al direttore generale Lucarini, ero già nel Perugia ed è stato lui a fare il mio nome per questa mansione’.
E dal 2017 ad oggi ne ha viste davvero tante. La migliore? ‘Beh – è la risposta divertita -, quella del pappagallo che si è perso a Napoli è diventata famosa. Durante il viaggio di ritorno dalla trasferta di Coppa Italia, non vedevamo arrivare un pullman di tifosi e ci eravamo allarmati, poi ci hanno raggiunto. Avevano perso un pappagallo, Arturo, all’altezza di Napoli. Il suo padrone era sceso per un controllo, ce l’aveva sulla spalla ma il volatile deve essersi allarmato ed è volato via. Poi è stato ritrovato ed è tornato a casa, era stata messa persino una ricompensa per ritrovarlo. Una storia con il lieto fine’.
