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Perugia, Cosmi e il divorzio: storia e numeri della caduta

Il nuovo cambio in panchina è il frutto di un’annata in cui la società di Santopadre ha perso il filo. Però il rendimento del tecnico ponteggiano è stato da retrocessione con appena 15 punti conquistati in 16 giornate

L’esonero di Serse Cosmi è uno scossone nella stagione del Grifo. Gli allenatori vivono, per definizione, una carriera borderline e nella storia recente biancorossa, da Camplone in avanti, la panchina di Pian di Massiano non è mai stata avvolta da una calotta protettiva.

Il presidente Santopadre non è un mangia allenatori, tutti però sono inevitabilmente finiti sulla graticola. Lo stesso Camplone era stato “scaricato” per qualche ora per Atzori, Bisoli ha vissuto da separato in casa tra rischio esonero e dimissioni annunciate, Giunti ha fatto harakiri con 5 sconfitte consecutive, Breda è stato cacciato con i play-off da giocare e, nel dicembre scorso, Oddo è stato allontanato con la squadra sesta a metà campionato.

Anche Bucchi e Nesta hanno vissuto settimane iniziali turbolente riuscendo poi a trovare la rotta. Per quanto sia una cosa difficile da vedere nel calcio moderno, nessuno ha potuto contare su una fiducia incondizionata da parte del club biancorosso. Anzi, ha spesso vestito pure i panni di parafulmine.

Cosmi: “Meglio tacere”

Cosmi è subentrato in una condizione invidiabile per molti colleghi. Ha resistito nonostante i 5 ko consecutivi del febbraio nero e, con un mercato invernale al di sotto delle aspettative, l’imprevedibile lockdown ha fatto il resto, sparigliando ancor più le carte.

Il risultato sono numeri davvero piccoli. La seconda avvenuta di Cosmi a Perugia è durata 16 gare di campionato: 4 vittorie, 3 pareggi e 9 sconfitte. Appena 10 i gol fatti (il peggior attacco), 19 quelli subiti. Serse ha raccolto il Grifo a quota 27 punti in classifica e lo ha lasciato a 42, appena fuori dai play-out per gli scontri diretti favorevoli con il Pescara. La media punti (0,93 a partita) è da retrocessione diretta (solo il Livorno ha fatto peggio nel girone di ritorno). Al netto dei limiti strutturali del club, evidentemente non è riuscito ad entrare nell’anima della squadra.

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