L’arbitro Fourneau prima fischia un penalty per un mani in area del Venezia, poi, dopo le proteste dei Lagunari, se lo rimangia
In tanti, a metà del primo tempo, hanno pensato al famoso episodio di Benevento, che è rimasto nella memoria dei tifosi biancorossi e fece perdere l’andata playoff (e le chance promozione) al Grifo di Bucchi. E in effetti le analogie sono tantissime.
Eravamo al 22esimo minuto quando l’arbitro Fourneau ha fischiato un calcio di rigore a favore del Perugia per un tocco di mano (che non c’era: va detto) del difensore Modolo su tiro di Dragomir.
A quel punto si sono scatenate le proteste dei giocatori di casa, che hanno accerchiato l’arbitro. Ma, mentre tutti si aspettavano anche qualche sanzione disciplinare per le veementi recriminazioni, di punto in bianco, il direttore di gara ha indicato il suo auricolare e poi ha cambiato atteggiamento, rivolgendo il volto non verso la porta del Venezia, ma verso il centro del campo, indicando quindi chiaramente un inversione della decisione.
Una decisione, alla fine, corretta. Ma che ha fatto partire tante dietrologie: da chi è arrivato quel suggerimento, considerando che in serie B non c’è il Var? Forse da qualche assistente. Ma può un arbitro fidarsi di un assistente a decine di metri di distanza mentre lui ha visto l’azione da posizione privilegiata?