La rimonta subita a Gubbio con la doppietta di Signorini sugli sviluppi di due punizioni ha evidenziato un problema con il quale il Perugia convive da tutta la stagione: la metà dei gol subiti sono nati da calci da fermo
Punto esclamativo nero su sfondo giallo. Sopra il Grifo pende un enorme cartello di pericolo. Il derby perso dopo 73 anni a Gubbio ha messo nuovamente in luce un problema con il quale la squadra di Caserta convive da inizio campionato, esattamente dalla prima giornata contro il Fano quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo ha segnato Ferrara. La doppietta di Signorini, che ha dato via alla rimonta eugubina nella seconda frazione, nata sugli sviluppi di due punizioni rappresenta la tredicesima e la quattordicesima rete subita dal Perugia da calcio da fermo.
I biancorossi, che nel corso della stagione hanno superato le difficoltà iniziali e sono cresciuti sotto diversi aspetti, soffrono ancora molto sui piazzati. Le reti incassate da corner, punizione o calci di rigore sono, considerando anche l’autogol di Murano contro il Cesena all’andata, esattamente la metà del totale. Paragonando i numeri in percentuale con Padova e Sudtirol, il Perugia subisce più gol da calcio da fermo dei veneti (41%, 9 su 22) ma meno degli altoatesini (54%, 12 su 22). La squadra allenata da Vecchi ha subito però 6 gol su rigore contro i 3 incassati su penalty dalla squadra di Caserta. Andando più nello specifico, un quarto delle reti totali subite e la metà di quelle su calci piazzati sono arrivate da punizione.