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Gibo-gol sul Grifo: “La forza è il collettivo. Alvini un valore aggiunto”

Il doppio grande ex ha fatto le carte della sfida contro il Como: “Mi aspetto una partita equilibrata. Occhio al loro attacco. Al Perugia manca un cecchino. Kouan trequartista? Preferisco un fantasista”

Cinque promozioni tra Serie C e Serie B conquistate da calciatore. Una con il Como portato in Serie A, una sfiorata con il Perugia. Mauro Gibellini è un grande doppio ex della sfida che vedrà impegnati sabato i grifoni in Lombardia. Il bomber dopo il calcio giocato è stato dirigente, dimostrando grande conoscenza e padronanza della materia sportiva. Ci ha raccontato la sua visione sulla sfida di sabato al Sinigaglia.

Iniziamo con un tuffo nel passato. Perugia e Como sono due piazze dove ha lasciato il segno. Qual è il primo ricordo che le viene in mente?

“Se penso al Como penso a Burgnich, una delle migliori persone che ho conosciuto nel calcio. Poi eravamo un fantastico gruppo di giovani in cui tutti hanno fatto strada e io essendo un po’ più grande degli altri facevo da chioccia. A Perugia eravamo una squadra molto più esperta e concreta. Ho impresso un ricordo bello ma allo stesso tempo anche brutto: nella penultima giornata a Padova segnai il gol che poteva valerci la qualificazione, poi uno scivolone del giovane Rondini permise il pareggio nel finale e cancellò i sogni di Serie A. Sabato non tiferò proprio perché ho ricordi bellissime in entrambe le piazze”.

Arrivando al presente, che partita si aspetta?

“Una equilibrata. Le due squadre hanno una predisposizione per un calcio semplice ma efficace. La partita non sarà scontata perché come valori si equivalgono anche se il Como come il Perugia mi sembra squadra più da trasferta”.

Cosa potrà essere determinante da una parte e dall’altra?

“Il Como ha una squadra che funziona e una società di alto livello. Ha attaccanti con la fisicità tra i punti di forza che ti possono mettere in grande difficoltà. Il Perugia punterà sul collettivo che da sempre è il punto di forza di Alvini“.

Passiamo ai due tecnici. Non sono degli esperti della Serie B ma con le loro squadre stanno un po’ sorprendendo tutti. Cosa ne pensa?

“Entrambi hanno già vinto la C e questo conta molto. Gattuso ha maturato una sua professionalità all’ombra di altri da secondo allenatore e lavorando con i giovani. Una grande esperienza perché se ti devi concentrare sul far crescere i ragazzi guadagni nella visione. Lui è molto pragmatico e di stampo moderno ma allo stesso tempo antico, cioè sa difendere e anche attaccare. Alvini ha sempre fatto bene e ha un suo progetto. Per anni ho visto giocare l‘Albinoleffe. Lui è molto sanguigno e sa dare in poco tempo l’imprinting alle sue squadre per impostare. In una stagione in cui la società ha deciso di fare investimenti meno importanti rispetto agli anni precedenti, Alvini rappresenta un valore aggiunto per una squadra che ha qualche lacuna”.

Due sono i temi che tengono banco nelle ultime settimane in casa Perugia. Il primo è l’assenza di un bomber…

“Partiamo dal presupposto che un attaccante che sa segnare molto lo farà sempre. A lottare per il titolo di cannoniere son sempre quelli. Puoi però anche avere un centrocampo che ti garantisce molti gol. L’impressione è che manchi il cecchino. Per andare bene una squadra dovrebbe in realtà avere due attaccanti forti”.

Il secondo è il ruolo di Kouan a metà tra il trequartista e la mezzala. Come lo vede?

“Il trequartista deve avere qualità, rapidità e propensione a mandare in gol e segnare. Per capirci, mi piace uno come Falletti della Ternana. Poi il calcio è facile e se giri bene la palla, giochi bene. Probabilmente Alvini non ha in rosa uno con quelle caratteristiche e sceglie questa soluzione più difensiva. Attenzione però perché alla lunga può soffrirne”.

Chiudiamo con un bilancio sul campionato di Serie B. Se ne è giocato quasi un terzo, se lo aspettava così equilibrato?

“La B è sempre stata così. Per farvi capire vi porto un esempio: un anno giocavo alla Spal e il Genoa venne da noi alla penultima partita di campionato alla ricerca di punti per salvarsi. Il loro attacco era composto da Pruzzo, Bruno Conti e Damiani. Il Pisa in questi anni mi è sempre piaciuto: squadra vivace, non formidabile ma che ha sempre giocato di collettivo. Può creare difficoltà a tutti e se Lucca diventa quello che tutti si aspettano può resistere in vetta fino alla fine. Deludono invece Parma e Monza che palesano delle difficoltà. Ad allenare i biancorossi c’è Stroppa che è un amico e una persona che stimo. Non capisco perché un dirigente esperto come Galliani non abbia puntato su un attaccante in scadenza come Coda”.

 

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