I ricordi biancorossi dell’esterno ceco: ‘Perugia la porto nel cuore, è stata una delle esperienze più belle’
Non capita sempre, anzi è raro, segnare in entrambi i derby in una stagione. Beh, Jaroslav Sedivec c’è riuscito e il Match Day di questa settimana lo ha riportato indietro nel tempo, per rivivere quell’annata e, in particolare quelle due gare.
“Perugia, nonostante sia rimasto solo un anno, è una delle società che porto nel cuore – spiega l’ex ala biancorossa – una delle esperienze più belle. Il fallimento è stato un triste epilogo ma eravamo un grande gruppo”.
Il gruppo. “Spogliatoio, inteso come squadra, bellissimo. Eravamo un mix di anziani, giovani italiani e giovani stranieri tra cui io. Non ho mai trovato un gruppo così competitivo. Mi ricordo che Ravanelli, Baiocco, Milanese erano davvero i trascinatori pronti a far capire a tutti come ci si comportava dentro e fuori dal campo. Io, per esempio, ero giovane e a volte facevo il “cazzaro” (ride) e loro mi rimettevano in riga, li ammiravo per questo. Era un mix di ignoranza, simpatia e testa sulle spalle. Da dicembre sapevamo che la situazione economica in società non era buona e questa cosa ci ha unito ancora di più, remavamo tutti dalla stessa parte. Arrivammo in finale playoff”.
I derby della stagione 2004/05. “La gara in casa fu veramente una festa. Ravanelli e Baiocco mi spiegarono l’importanza della sfida anche se con il Catania avevo già giocato derby infuocati. Partita a senso unico, il mio gol fu la ciliegina sulla torta, un mix di caparbietà e tempismo. Al ritorno a Terni ci tirarono di tutto, sassi, vetri rotti, mi sono “cag..to” sotto (ride). Ma la ruota gira e in campo finì 2-0, con un mio gol”.
Perugia. “La mia compagna Giovanna è perugina, abitava in Via Sicilia, quindi porto Perugia sempre nel cuore. Mi ricordo che una volta ci portarono vicino Deruta a mangiare il cinghiale con la torta al testo, quella che fate voi, buonissima, salsicce di Norcia, la ciaramicola. Abitavo a San Sisto, mi ricordo anche di aver imparato a giocare a biliardo, sia “all’italiana” che “goriziana”, alcuni amici mi portavano in un pub della zona dove ci sfidavamo”.
Il tifo. “All’inizio è come in una storia d’amore, ti devi conoscere. Poi però il grande calore e la passione ti coinvolgono, ricordo, soprattutto nel derby, una muraglia umana che ci ha incitato dall’inizio alla fine”.
Pronostico. “No no per carità (ride). Sono fiducioso perché un risultato positivo aiuterebbe tutto l’ambiente ma è sempre una partita difficile. Ma se lo stadio, come mi dicono, è pieno…. Forza vecchio cuore biancorosso!”.