Parla ai livornesi il papà di uno dei ragazzi del Superteam Libertas. Alla squadra di pallamano in carrozzina l’ex tecnico biancorosso dedicò una vittoria e la rinascita dei grifoni in campionato.
C’è una bella storia sull’asse Perugia, Livorno, Trieste. Al centro Roberto Breda, ex tecnico del Grifo ora al Livorno. La racconta Armando Ricotta, direttore della Cassa Edile di Trieste e appassionato tifoso perugino. Ha acquistato uno spazio pubblicitario sul quotidiano Il Tirreno per scrivere una lettera aperta ai livornesi perché “ho conosciuto Breda prima come uomo che come allenatore”.
Ricotta è innamorato di Livorno, ha visto crescere calcisticamente Cristiano Lucarelli a Perugia (a lui “va tutto il mio rispetto e la mia stima come allenatore”) e si definisce semplicemente “un vecchio tifoso del Grifo trapiantato da 12 anni a Trieste per lavoro”.
“Dovete dare fiducia a Breda per 5-6 giornate – scrive – e poi vedrete la vostra squadra giocare bene al calcio e risalire la classifica”. L’ex allenatore del Perugia, in pochi mesi, ha lasciato il segno. “Al fianco di mio figlio, che è autistico – spiega Armando -, sono partecipe dell’esperienza del Superteam Libertas, squadra di pallamano in carrozzina, insieme al mio amico Mirco Tomassini, anche lui con un figlio disabile. Abbiamo 15 disabili e tre normodotati. Quando Breda allenava a Perugia abbiamo instaurato un rapporto di amicizia molto bello fra i nostri ragazzi speciali e i suoi giocatori. Lui è un ottimo allenatore ma per me ha uno spessore umano ancora più grande che va al di là dei meriti sportivi”.
Diversi grifoni della passata stagione hanno giocato a pallamano in carrozzina con il Superteam. “Peccato – afferma – che il Perugia abbia esonerato Breda in maniera del tutto assurda, nonostante i buoni risultati. Resta un allenatore atipico in un mondo come il calcio”.
“Breda – afferma – non solo ha dedicato ai nostri ragazzi una delle vittorie più importanti (contro la Cremonese, ndr), ha dichiarato pubblicamente che aver portato la squadra a giocare con noi aveva fatto fare ai suoi ragazzi quel salto di maturità che portò a nove risultati utili consecutivi con sei vittorie di fila. Disse che i nostri piccoli eroi erano stati per loro un esempio di grinta per la squadra”.