Il mancino del Grifo si racconta durante questo periodo di stop forzato. “Mi raccomando, restiamo a tutti a casa. Così ne usciremo prima e poi sarà bellissimo”
Con la maglia biancorossa ha scoperto la Serie B, si è proiettato verso il calcio che conta e l’estate scorsa è tornato per rilanciarsi. “Amo Perugia e i suoi tifosi”, dice Gianluca Di Chiara.
Il Grifo sembra fatto su misura per l’esterno mancino e, con il primo punto conquistato nel girone di ritorno, è scattato il riscatto del cartellino del calciatore dal Benevento. Di Chiara è del Perugia. “Presidente e società hanno fatto uno sforzo per riportarmi qui, è un onore avere la responsabilità di essere importante per questa squadra e darò sempre il massimo”.
Di Chiara si racconta dalla sua abitazione perugina, in questo periodo di stop forzato. Tra una serie tv “imposta” dalla fidanzata avvocato, una partita alla playstation e un paio d’ore d’allenamento giornaliere. Sempre limitate al lavoro fisico casalingo. Il macino biancorosso rivive la storia recente spiegando le 5 sconfitte di fila con una “leggerezza inconscia nel pensare che sarebbe stato facile venirne fuori”. La vittoria ritrovata con la Salernitana ha rimesso in parte le cose a posto, insieme al ritiro. “Non abbiamo avuto paura della zona calda, ma abbiamo capito che vanno accettate tutte le scelte, anche rimanere fuori per il bene della squadra”.
Di Chiara è legato a Iemmello da tempo, tra campo e vita privata. “La mia ragazza è di Catanzaro come lui e ci conosciamo da cinque anni. Pietro è un giocatore fondamentale per la B”. A gennaio è stato anche vicino all’addio ma “qualsiasi scelta volesse fare, ha fatto o meno, poco importa. E’ qui e spero faccia ancora tanti gol per il Perugia. Non l’ho mai visto allenarsi così ben come quest’anno. È un leader anche fuori dal campo, è fra quei giocatori fondamentali in una squadra, soprattutto nei momenti difficili”.
L’emergenza Coronavirus sta dettando le regole. Immaginando la ripresa “l’obiettivo è lo stesso di inizio stagione, lo voglio fortemente”. Gianluca non nomina la ‘parolina magica’ tradotta in “qualcosa di bello” e aggiunge “non so quale strada bisognerà percorrere, se primaria o secondaria, ma non ho perso di vista l’obiettivo iniziale”. C’è poi la realtà sportiva, e quindi “dobbiamo comunque guardare anche dietro”, e realtà di tutti i giorni. “Ripeto ancora che dobbiamo stare a casa, perché tutti siamo responsabili dei nostri amici e parenti. Se facciamo quello che dobbiamo ne usciremo prima. E sarà bellissimo tornare a giocare al Curi e a gioire con i nostri tifosi”.